Viespoli: "Autonomia differenziata? Per Sud il problema fu riforma Titolo V"

"Centrodestra modificherà Costituzione? Centrosinistra l'ha stravolta nel 2001"

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Benevento.  

Lo spauracchio dell'autonomia differenziata utilizzato a livello propagandistico ha lo stesso valore che per il ragionier Fantozzi aveva la Corazzata Kotiomkin, parodia della Potemkin. Verrebbe da riassumere così la posizione di Pasquale Viespoli, ex sottosegretario al Welfare ed esperto del tema delle autonomie locali.
“Per chi come me ha intatta la passione politica il dibattito è veramente avvilente, difficile da seguire: si passa dallo sconforto al sorriso amaro” dice Viespoli parlando di una campagna elettorale che vede “un continuo al lupo al lupo, un gridare ai barbari che arrivano e modificano la Costituzione”.


Quando la realtà, secondo l'ex senatore è ben diversa: “La realtà è che l'autonomia differenziata E' GIA' nella Costituzione, e che la stessa Costituzione è stata stravolta nel 2001, con la riforma del Titolo V. E non l'ha stravolta la Lega, ma l'ha fatta quel centrosinistra che oggi sostiene che la Costituzione più bella del mondo non è stata toccata, dicendo una cazzata, perché appunto è stata stravolta, e l'hanno stravolta loro-. Bisognerebbe ricordare chi c'era allora: ricordo che Agazio Loiero era nell'Udeur, ad esempio. E' davvero paradossale, quindi, che chi ha prodotto il Titolo V agiti lo spettro della modifica costituzionale: semmai il centrosinistra dovrebbe assumersi la responsabilità di quella riforma, proponendosi di superarla, di riparare al danno prodotto”.


Quella riforma che, spiega Viespoli: “Manipolò la Costituzione per farne un'arma di consenso, cercando di riconquistare terreno al Nord, svuotando lo Stato ponendolo sullo stesso piano di comuni e province, in senso orizzontale ed eliminando il sud dalla Costituzione”

E dunque? “E dunque oggi forze politiche serie porrebbero come obiettivo primario, di tutti, non di una maggioranza, un nuovo patto costituente. Di tutti: evitando quindi l'errore commesso dal centrosinistra nel 2001.  C'è un'occasione straordinaria. La Meloni ad esempio dovrebbe dire con chiarezza che nel caso in cui vincesse la priorità sarebbe fare una riforma in tal senso e non a maggioranza: già in questo modo si renderebbe meno incombente il peso della Lega. Se il centrodestra tutto capisce l'importanza del tema, creando un'alleanza per il territorio fa cappotto”.


E invece: “Si parla di scambiare l'autonomia differenziata con il presidenzialismo. Un modo apparentemente coerente per tenere insieme le ragioni dell'alleanza, ma in realtà l'autonomia differenziata in costituzione c'è già, il presidenzialismo invece è un progetto di medio lungo periodo che richiede una significativa revisione costituzionale. E poi, scusate, presidenzialismo cosa vuol dire? E' come volere la Repubblica: ok, ma che tipo di Repubblica?”


Ma tornando all'autonomia differenziata in sé, Viespoli pare ben poco convinto: “Il disegno del nord è chiaro: un federalismo che va nella direzione di assecondare non solo le regioni leghiste, tant'è che anche Bonaccini, governatore dell'Emilia Romagna e presumo prossimo leader del Pd a pensare a un'Europa a trazione mitteleuropea. Invece io credo che bisognerebbe recuperare una dimensione nazionale: davvero la risposta alla crisi che attraversiamo, anche avendo visto ciò che ha prodotto il covid nelle sanità regionali, è il regionalismo rafforzato? Oppure andrebbe posto il tema del superamento del regionalismo?”


Ricette già scritte più di vent'anni fa che dunque secondo Viespoli in un mondo completamente cambiato rispetto al 2001 rischiano di essere obsolete: “Il sistema rischia di muoversi in una dimensione superata dagli eventi: rincorriamo l'autonomia differenziata senza renderci conto che dobbiamo differenziarci, sì, ma in una dimensione più alta”.
Come? “Prendendo atto che la riforma costituzionale è indispensabile: bisogna farla presto, bene e con la massima partecipazione popolare. E' l'occasione per rianimare la politica e rilegittimare la rappresentanza con un processo costituente, con referendum costituzionale oppure con un'assemblea costituente”.