Boccalone: "San Pio? Senza cambio di passo accorpamento con Moscati possibile"

L'ex Dg: "Vanificati sforzi del passato. Decreto 41? Atto inutile"

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Benevento.  

L'ex direttore generale dell'ospedale San Pio, Nicola Boccalone interviene sulle politiche sanitarie, commentando quanto accaduto per il San Pio: "Da un atto nullo ad un atto inutile. Dal decreto n. 545 del 21 settembre 2018 dell’Azienda Ospedaliera Rummo al Decreto Commissariale n. 41 del 9 maggio 2019.

Viene, dapprima, programmato di realizzare un “polo oncologico di alta specializzazione”, con la presunzione di farlo talmente in economia che l’idea (si fa per dire) non è supportata da alcuna programmazione economica: una nullità irreversibile.

Come tanti altri “miracoli”, anche questo viene accompagnato dalla solita enfasi mediatica: “L’assegnazione dell’apparecchiatura e l’avvio della procedura per il finanziamento della Medicina Nucleare rappresentano un’ulteriore prova della sensibilità del presidente De Luca verso i problemi della sanità campana ed in particolare delle zone interne, che si esprime attraverso atti concreti, volti a potenziare la nostra Azienda Ospedaliera ed a costituire un polo oncologico di alta specializzazione, capace di rispondere alle esigenze del territorio e di attrarre un’utenza proveniente da ambiti ancora più vasti”, così riportano siti locali. (Per la verità Boccalone cita una dichiarazione dell'ex dg Pizzuti e non valutazioni di organi di stampa ndr)

Dopo questo sforzo immane di partorire una “idea morta”, si passa alla riprogrammazione del Presidio con il decreto n. 41/19.

Un altro sforzo “immane” dai risultati ancora impalpabili.

Confermato il Pronto Soccorso, l’offerta del Presidio viene rimodulata ed integrata con branche mediche e chirurgiche e viene dotato di posti letto di Medicina Generale, Chirurgia Generale, Cardiologia, Ortopedia, Anestesia e Rianimazione, con le maggiori specialità collocate al Rummo per svolgere attività ambulatoriale.

Posti letto previsti: 26 di Recupero e riabilitazione funzionale con assunzione di Dirigente per la Struttura complessa (ex Primario), nonchè 24 per Lungodegenti con relativo Dirigente di Struttura complessa (ex Primario).

E così, per un totale di 96 posti letto!

Ed ancora, come fiore all’occhiello di Oncologia, un acceleratore lineare da integrare nella rete Regionale di assistenza ai pazienti oncologici.

Risultati: prossimi allo zero per investimenti e procedure concorsuali.

Questo è per la Valle Caudina e dintorni!

- A.O. Rummo:

Ospedale da 448 posti letto, riferimento sicuro per anni non solo della sanità Campana, con eccellenze e professionalità di altissimo profilo: così era percepito!

Pochi anni e non poco si è dissolto! Medici in fuga e reparti storici addirittura chiusi.

Dei 448 posti letto, oggi, sono utilizzati, comprese le barelle in pronto soccorso, mediamente non oltre 220 unità. La distribuzione ordinaria di circa 200 pasti al giorno, compresa la Psichiatria di competenza ASL, con gravi danni anche per l’indotto, conferma la sensibile contrazione dell’offerta sanitaria.

Una sanità Pubblica non certo brillante che, invece, non esita a premiare i singoli!

Senza un cambio di passo, non sarà improbabile l’accorpamento all’Azienda Ospedaliera Moscati di Avellino nella Macroarea Avellino Benevento, ai sensi del DM 70/2015.

Uno scenario triste, determinato con l’aggravante di un contesto di favore legislativo ed economico per assunzioni e investimenti, maturato e consegnato all’attualità dopo aver archiviato il commissariamento di settore datato 2010.

Per la cronaca il Rummo (con il Moscati) dopo il predetto commissariamento, è stata la prima A.O. ad affrancarsi dalle pastoie che impedivano di effettuare assunzioni ed investimenti.

Così è scritto nel decreto commissariale n. 102/2016 a firma Polimeni, dopo aver valutato la gestione precedente improntata nel rispetto rigoroso del contenimento della spesa per recuperarne la qualità.

Ed ancora, post commissariamento, dal 2016 i bilanci delle Aziende di settore hanno registrato incrementi significativi fino al punto di veder assegnate nel 2021 risorse per circa 160 milioni, ben oltre la media del periodo di commissariamento di circa 50.000.000.

Ebbene (si fa per dire) la produzione di sanità si è costantemente ridimensionata come rilevano i bilanci di gestione.

Correlato alle disponibilità economiche, basterebbe confrontare il valore della produzione di sanità offerta al territorio negli ultimi anni per cogliere il disequilibrio strutturale in cui versa il Rummo, ancor prima della vicenda Covid.

Dispiace e non poco vedere vanificati sforzi immani di tanti medici e operatori sanitari che per anni hanno oltrepassato il confine del dovere per passione e amore per il Rummo.

Mancano i medici, così viene riferito per giustificare il ridimensionamento dell’offerta sanitaria!

Questo per il Rummo è, purtroppo, il punto di arrivo, dopo che dal 2015 veniva rimosso il blocco delle assunzioni. Il ricorso alla mobilità di Salerno e Napoli (che non viene riferito), non era sicuramente la strada per colmare i vuoti di organico, in alternativa al ricorso massiccio alle procedure concorsuali.

Una gestione, quella impiantata dal 2016, che si segnala per proclami e annunci, amplificando il senso di rammarico per le giuste aspettative dei cittadini".