Benevento, missione centrata

Tanti spunti: dagli esordi di Rillo e Pastina, ai gol di Sau, al mancato clean sheet di Montipò

benevento missione centrata
Benevento.  

Tornare a vincere. Era la missione che il Benevento si era imposto dopo la sconfitta di Trapani. Una missione che non è mai facile da centrare, chiunque sia l'avversario. Il campionato del Benevento ha vissuto il suo momento più suggestivo la sera del 29 giugno: la vittoria sulla Juve Stabia regalò la promozione matematica in serie A, una missione in appena “tre mosse” nel dopo lockdown. Quello che è accaduto dopo era quanto di più prevedibile: deconcentrazione, stanchezza, squadra infarcita di giovani e di quei giocatori che erano stati utilizzati di meno. Chiedere che si continuasse su quei ritmi sarebbe stata un'utopia. 

Ma il Benevento ha ribadito di non voler chiudere la stagione in tono minore. Tanto che lo stesso Inzaghi ha ripreso, a mezza bocca, a parlare di record. C'è quello del Palermo che nel 2013-14 chiuse a 86 punti. C'è però da ricordare che la squadra rosanero potè giocare in quella stagione quattro partite in più, essendo quel girone a 22 squadre. Il Benevento ha toccato quota 80 punti, che già di per sé è un punteggio stratosferico: 24 vittorie, 8 pareggi, 3 sconfitte, 60 gol fatti, 22 subiti. Che riesca a migliorare o meno ancora questo punteggio è diventato quasi un dettaglio di secondo piano: al di là dei calcoli matematici, la squadra di Inzaghi va ancora una volta esaltata, capace di ritrovare concentrazione e di presentare un paio di ragazzi della sua “cantera” che possono essere pedine importanti per il futuro. 

Ha cambiato anche l'assetto tattico Superpippo: questa volta è stato 4-4-2, un centrocampo assolutamente inedito, una coppia centrale con l'esperto e il giovanissimo, Schiattarella e Basit. Esordio dal primo minuto anche per Francesco Rillo, che ha un sinistro niente male, capace di disegnare traiettorie insidiose sui cross, come quella in occasione del primo gol di Sau. Esordio assolto in B per Christian Pastina, il capitano della Primavera, uno che ha già la personalità che serve per stare in mezzo a dei campioni. 

E poi lui. “Pattolino”, ovvero Marco Sau. Mai come in questa occasione verrebbe di cantargli quel motivetto “cult”, quello dell'omalleo simpallao. Già perchè ora riesce più facile dirlo: segna sempre lui. Come ai bei tempi, come prima che qualche guaio fisico facesse pensare ad un tramonto precoce della carriera. Dodici gol senza tirare un rigore, come dire che al netto dei calci dal dischetto il bomber sardo sarebbe terzo in graduatoria dopo Pettinari (16) e Simy (15). Mica male per uno che veniva da due campionati in chiaroscuro.

Bentornato anche a Oliver Kragl, che si è preso la scena sul suono della sirena, anzi sul fischio dell'arbitro. Ha concretizzato una punizione dal limite, specialità della casa. Era da tanto che l'aspettava, ce l'ha fatta sul filo di lana. Quinto gol stagionale, non male dopotutto.

Per ultimo Montipò. Voleva il suo 19° personale clean sheet, invece deve accontentarsi di almeno tre parate da portierone da serie A. Lorenzo è cresciuto tantissimo e promette di essere un protagonista di questa squadra anche nella massima serie. Certo, senza il rigore questa sera sarebbe stato più contento, ma lui la sua parte come sempre l'ha fatta alla grande e non sarà certo un clean sheet in più o in meno a fare la differenza. Applausi per lui.