"Ci sono voluti mesi e la riunione della commissione di garanzia nazionale, ma finalmente il direttore generale del personale del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Massimo Parisi, è intervenuto con una direttiva per chiarire i termini, le modalità e le prerogative della contrattazione decentrata presso ogni carcere e sede penitenziaria, che erano stati non compresi e talvolta oltraggiati a livello locale. In taluni distretti, infatti, il livello regionale, anziché limitarsi a definire linee guida, aveva con un colpo solo esautorato le prerogative dirigenziali dei direttori di carcere e quelle dei responsabili territoriali delle organizzazioni sindacali.
In Calabria il provveditore regionale ha disposto la disapplicazione di contratti locali legittimamente sottoscritti e vincolanti per le parti, invitando a modificarli secondo il suo indirizzo con qualsiasi organizzazione sindacale fosse stata disponibile, a prescindere da qualsiasi regola e maggioranza.
Sospese le riunioni della commissione arbitrale regionale, cioè dell’organismo posto proprio a garanzia del rispetto degli accordi.
Lo dichiara Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa polizia penitenziaria.
“Con la direttiva odierna il direttore generale del personale del Dap spiega chiaramente quali sono i livelli di contrattazione, le corrette terminologie e il perché delle medesime. Ciò, se da un lato ci lascia soddisfatti, dall’altro, nel dimostrare che c’è bisogno istruire scolasticamente dirigenti generali dello Stato su elementari principi di diritto negoziale e terminologici, quali, ad esempio, i livelli di contrattazione e la differenza fra protocollo di intesa regionale e accordo decentrato, fa intuire anche uno dei motivi del disastrato stato delle carceri.
Del resto, anche la nomenclatura strumentalmente utilizzata per definire, sminuendone la portata, i contratti locali, cioè Pil, sembra mutuata da Cetto La Qualunque, e non solo per le origini calabresi”, conclude De Fazio.
