Vaccini e Pil, bufera sulla Moratti: il Sud si indigna

La vice di Fontana si difende ma insiste: la Lombardia è motore d'Italia. Levata di scudi dal sud

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Il ministro Boccia replica secco: e' un'ipotesi contraria alla civilta' e ai diritti universali

“Non ho mai pensato di declinare vaccini e reddito". Si difende così il vice presidente della Regione Lombardia e assessore al Welfare, Letizia Moratti, rispondendo in Consiglio regionale a un'interrogazione a risposta immediata dopo aver avanzato la proposta, inviata in un documento a Roma, di integrare i parametri per la distribuzione dei vaccini con il Pil delle regioni, mettendo di fatto la Lombardia in testa alla lista. "Il Pil cui io ho fatto riferimento è un indicatore finanziario, produttivo, economico. Regione Lombardia - ha continuato - è motore d'Italia". Il rischio per questa regione e' oggi quello di fermarsi per troppo tempo, di fermare il lavoro, la vita sociale e la filiera produttiva e questo penalizzerebbe tutta l'Italia. Per questo, come abbiamo gia' detto, la Lombardia non merita di restare in zona rossa".

Ma la replica del ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia è secca: "La campagna di vaccinazione serve a tutelare la salute degli italiani, azzerare il numero delle vittime, decongestionare l'afflusso negli ospedali e riportare il paese alla normalita'. Utilizzare il parametro del Pil, anche se fosse legato alla densita' delle imprese, per l'attribuzione dei vaccini e' un'ipotesi contraria alla civilta' e ai diritti universali" ha detto Boccia che aggiunge: "Immagino sia stata solo un'affermazione infelice e non una proposta formale, che comunque non abbiamo mai ricevuto. E, mi pare sia stata gia' superata dal buon senso" .

Per il Movimento Cinque Stelle le parole della Moratti sono “ affermazioni gravissime, espressione di una visione che non è conciliabile con uno stato in cui la sanità è pubblica e universale. La pandemia ha svelato drammaticamente quanto la tutela della salute sia prioritaria e quanto il nostro Servizio sanitario nazionale sia un patrimonio inestimabile del nostro Paese. Chiedere di cambiare i parametri sulla distribuzione del vaccino in considerazione del contributo che alcune Regioni danno al Pil del Paese è inaccettabile".

Levata di scudi generale da parte di numerosi esponenti delle istituzioni del meridione, sindacati e associazioni.

La prima reazione sdegnata come sappiamo è stata quella del Governatore della Campania Vincenzo De Luca che ha parlato di “barbarie” rispetto all'ipotesi di aggiungere la variabile Pil ai parametri per definire il numero di vaccini da inviare nelle regioni.

Per il figlio Piero De Luca, deputato Pd "È una proposta inqualificabile. Ricordiamo all'assessora Moratti e alla sua giunta leghista che la salute è un diritto di tutti i cittadini, garantito dalla nostra Costituzione. Ci opporremo con forza a chi immagina e addirittura avanza proposte per una gestione sanitaria divisiva della comunità nazionale. Ci opporremo con forza a chi intende discriminare e colpire i territori più fragili del Mezzogiorno, che stanno peraltro dando esempi di eccellenza e serietà. Ci opporremo con forza ai sovranisti che intendono distruggere il Paese. È solo con spirito di solidarietà ed unità nazionale che supereremo questa emergenza e costruiremo, insieme, l'Italia del futuro”  scrive su facebook De Luca jr. 

Increduli si dicono i Verdi. "In totale sfregio del principio di uguaglianza formale e sostanziale sancito dalla Costituzione della Repubblica, si cerca di privilegiare l'accesso al vaccino sulla base di indicatori economici: piu' produci, piu' ti curi; prima i ricchi e dopo i poveri. Per noi e' inammissibile". Cosi', in una nota, Elena Grandi e Domenico Finiguerra, rispettivamente co-portavoce nazionale dei Verdi e membro del gruppo di garanzia di Europa Verde.

Il presidente della Regione Calabria, Nino Spirli': "C'e' questa continua polemica che si cerca di alimentare tra il Nord e il Sud, l'Est con l'Ovest, il Sud con il Sud, in una continua guerra tra poveri. Io dico solo che l'importante e' cosa facciamo noi in casa nostra. Poi chi sbaglia in casa propria si assume le responsabilita'".

Arriva anche il post delle Sardine. "PIL Prima I Lombardi. Speravamo di non sentire mai parole come quelle dette dall'Ass. Moratti. La salute e la vita delle persone non puo' essere pesata come una manciata di monete". Cosi' le Sardine su twitter.

Anche Federconsumatori interviene: "La proposta di redistribuire le dosi a seconda del Pil delle regioni è quanto di più inaccettabile si possa concepire: un'affermazione figlia di una logica antidemocratica che tende a premiare chi dispone di maggiori risorse. Anche il vaccino diventerebbe un lusso per pochi".

“I vaccini non si distribuiscono in base a dati economici, ma in rapporto al livello di rischio di vita e salute per se' e per gli altri. Operatori sanitari e sociosanitari, anziani e persone fragili, personale delle scuole, forze dell'ordine e poi tutti i cittadini, gratuitamente e il piu' in fretta possibile. Questa e' l'unica scala di priorita' etica e necessaria. Il Pil non c'entra nulla". Cosi' il segretario generale della Cisl Lombardia, Ugo Duci, che invita l'assessore Moratti ad "aprire subito il tavolo permanente di confronto sul merito delle necessarie riforme del sistema sanitario lombardo su cui si e' impegnata nel recente incontro che Cgil, Cisl e Uil hanno avuto con lei, sulla base delle proposte concrete e fattibili che il sindacato ha avanzato da tempo".

Dalla Basilicata e dalla Puglia non macano le reazioni:''Sono anche io di centrodestra ma dissento decisamente da Letizia Moratti. La salute non si tutela in base al Pil. Se la poteva risparmiare''. Così l'assessore alle politiche per la persona della Regione Basilicata, Rocco Leone (Forza Italia), sulle dichiarazioni dell'assessore alla salute della Lombardia.