Scomunicato il parroco. «Delitto di scisma. Atto dovuto»

Salvatore Zagaria scomunicato dal vescovo Di Cerbo

Alife.  

Scomunicato per delitto di sisma. La scomunica del sacerdote Salvatore Zagaria, amministratore parrocchiale della comunità di Liberi, per più di 4 anni, da parte del vescovo della diocesi di Alife-Caiazzo, Valentino Di Cerbo, è da considerarsi «un atto dovuto», come si legge nell nota della diocesi, diffusa alla stampa. La scomunica «latae sententiae», come stabilisce il Codice di Diritto Canonico, per il «delitto di scisma» che «lacera gravemente la comunione ecclesiale».

La radiazione è stata comminata perché il sacerdote veniva illecitamente ordinato Corepiscopo della Chiesa ortodossa della Nazioni e assumeva l’incarico di abate di un Monastero Ortodosso Celestino dell’Ordine Patriarcale dei Monaci celestini a Casapesenna.

La radiazione è stata comminata perché il sacerdote veniva illecitamente ordinato Corepiscopo della Chiesa ortodossa della Nazioni e assumeva l’incarico di abate di un Monastero Ortodosso Celestino dell’Ordine Patriarcale dei Monaci celestini a Casapesenna. 

Segue il comunicato stampa della Diocesi diffuso agli organi di informazione, ai Vescovi della Campania e alla Conferenza Episcopale Italiana. 

"Il 27 ottobre 2016, il Sac. Salvatore Zagaria, per più di 4 anni (gennaio 2011- luglio 2015) Amministratore parrocchiale della Comunità di Liberi (CE), che nel luglio 2016 ha lasciato spontaneamente la Diocesi di Alife-Caiazzo, veniva illecitamente ordinato corepiscopo della Chiesa ortodossa della Nazioni e assumeva l’incarico di abate di un Monastero Ortodosso Celestino dell’Ordine Patriarcale dei Monaci celestini, contestualmente inaugurato in Casapesenna (CE), via Ciglio III, trav. n.4.

Con grande sofferenza per tale gravissimo atto di lacerazione della comunione ecclesiale e di disobbedienza al Papa, si rende noto che il menzionato ecclesiastico, avendo commesso un delitto di scisma, è incorso nella prevista scomunica latae sententiae (Can. 1364 del CJC; cfr Art 2, par. 1 SST).

Pertanto, i Presbiteri, in particolare i Parroci, e i Religiosi della Diocesi, evitino di mettere a disposizione di detta persona luoghi e strutture di proprietà delle parrocchie e di enti ecclesiastici e avvertano, secondo l’opportunità, i fedeli, esortandoli a disertare eventuali celebrazioni o riunioni da lui promosse nel territorio diocesano o altrove. Qualora un battezzato nella Chiesa cattolica aderisse ‘formalmente’ alla dottrina o al modo di vita del suddetto sacerdote, si porrebbe fuori dalla comunione ecclesiale, incorrendo nella censura della ‘scomunica’ e nelle conseguenze canoniche previste dalla legge ecclesiastica.

Nell’affidare alla misericordia del Signore chi si è macchiato di un peccato così grave, si invita a pregare per la sua conversione e ad invocare l’aiuto divino perché tale grave decisione non provochi ulteriori scandali nel Popolo di Dio