Droga importata e smerciata in Italia: 4 in manette

Misure per 3 nigeriani e un cittadino del Niger

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Grazzanise.  

Misure cautelari per tre nigeriani e un cittadino del Niger eseguite dai carabinieri della Compagnia di Santa Maria Capua Vetere assieme a quelli della Stazione di Grazzanise, su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli -Direzione Distrettuale Antimafia. Sono ritenuti responsabili di associazione per delinquere dedita all'importazione e alla distribuzione, nonché al trasporto e alla cessione di ingenti quantitativi di eroina e cocaina.
Il provvedimento  si inquadra in una indagine più ampia che aveva portato agli arresti, nel novembre 2019, di 16 persone. L'indagine coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere e dalla Dda ha consentito di contestare l’esistenza e l’operatività di un’organizzazione criminale, composta da cittadini nigeriani presenti sul territorio nazionale ed in altre Nazioni, dedita all’importazione e distribuzione di grossi quantitativi di eroina e cocaina attraverso reiterati trasporti "effettuati mediante i c.d. “corrieri ovulatori”, dalla Nigeria, Kenya, Madagascar, Ruanda, Brasile, Turchia, Spagna all’Italia; accertare che i corrieri trasportavano gli ovuli di droga all’interno del proprio corpo in quantitativi variabili tra i 500 ed i 1.400 grammi per volta; constatare che i pagamenti delle illecite transazioni avvenivano tramite circuiti internazionali di money transfer quali Wester Union o Money Gram ovvero, per i pagamenti in ambito nazionale, anche attraverso accrediti su carte prepagate Postepay; appurare che le sostanze stupefacenti, una volta in Italia, venivano illecitamente trasportate e cedute in favore di una fitta rete di “pusher” delle città di Sant’Antimo, Padova, Latina e Cisterna di Latina (LT) che, a loro volta, le rivendevano al dettaglio; riscontrare che gli indagati si sono resi responsabili, singolarmente ed in concorso, di complessive 8 importazioni di droga dall’estero e 42 episodi di trasporto illecito e successiva cessione; constatare che il costo per l’acquisto di un chilogrammo di eroina all’ingrosso si aggirava intorno ai 30 mila euro e che il guadagno per ogni “corriere ovulatore”, a seconda della complessità del viaggio, variava dai 3000 ai 6000 euro; notare che gli indagati, soprattutto i capi o loro gregari, utilizzavano numerosi e diversi sistemi di comunicazioni per eludere le investigazioni (sostituzione di schede telefoniche intestate a soggetti inesistenti o estranei all’indagini, posta elettronica con provider esteri, Call Center, Internet Point e chat line); trarre in arresto in flagranza di reato, anche unitamente ad altre forze di polizia, 13 persone; sequestrare, complessivamente, 368 ovuli, per un peso complessivo di circa 6 Kg (di cui 4650 gr. di eroina e 1350 gr. di cocaina)".


I contenuti delle conversazioni captate, che avvenivano attraverso un linguaggio criptico e convenzionale decodificato dai Carabinieri (lo stupefacente veniva indicato facendo ricorso a termini del tipo “merci”, “vestiti”, “scarpe” mentre l’espressione “mangiare bene” veniva utilizzata per indicare la capacità del corriere di trasportare ovuli nello stomaco), hanno consentito di appurare e fotografare le modalità con cui gli indagati realizzavano l’illecita attività.