A Vitulazio, in Campania, il ritorno alle origini

Una storia di emigrazione e immigrazione tra Italia e Stati Uniti

Era il 1905 quando Antonio Martone, appena 17enne, andò in America per far fortuna ma dopo poco fece ritorno a Vitulazio per prendere in sposa Luigia Di Nuccio, di Bellona.

Vitulazio.  

Una storia di emigrazione e immigrazione tra Italia e Stati Uniti che rivive nel ricordo delle origini attraverso una musica festosa in sintonia con l’inizio del nuovo anno! Questo è l’evento organizzato per il pomeriggio di domani 2 gennaio 2019 dalla famiglia Martone di Vitulazio che vedrà protagonista una delle più significative band statunitensi della Rome Parade che si esibiranno il giorno prima a Roma (romeparade.com), la californiana Thousand Oaks Band, diretta dal maestro Anthony Martone, le cui radici affondano proprio nella terra vitulatina.

Era infatti il 1905 quando Antonio Martone, appena 17enne, andò in America per far fortuna ma dopo poco fece ritorno a Vitulazio per prendere in sposa Luigia Di Nuccio, di Bellona.

Traumatizzato tuttavia dalla prima guerra mondiale e dalle sue devastanti conseguenze, decise nel 1919 di emigrare definitivamente in America con la moglie e la loro bambina Giuseppina, ripromettendosi di non tornare mai più in Italia. Suo nipote, che negli Stati Uniti è considerato un brillante direttore d’orchestra delle varie formazioni attinenti alla Thousand Oaks High School – band la cui eccellente reputazione primeggia in tutte le categorie di esibizioni musicali - ha deciso, dopo esattamente un secolo dalla partenza dell’avo, di coronare un sogno: quello di visitare la propria famiglia italiana.

Ed è così che si è venuta a creare una perfetta occasione di incontro, dettato da un evento musicale di eccellenza: il Maestro Anthony Martone e la sua Thousand Oaks Band dirigerà, all’interno dell’Auditorium Giovanni Paolo II, dopo un’anticipazione bandistica “on the road” (ore 16) e la Santa Messa alla presenza di autorità civili e militari (ore 18), un concerto con una selezione del miglior repertorio della formazione. Un modo per far dialogare due mondi diversi uniti dalla memoria e dalla volontà di conoscenza e scambio culturale. Per amore delle origini.