"L'evidenza statistica dimostra che oggi proprio i teatri e i cinema sono i luoghi piu' sicuri del Paese, insieme a musei, spazi espositivi ed altri luoghi della cultura, mantenuti aperti dal Decreto. In questa luce, la sospensione degli spettacoli appare ingiustificata visto che le misure disposte considerano invece compatibili altre attivita' che, per la propria natura, non possono garantire i livelli di protezione adottati nei luoghi di spettacolo e negli altri luoghi della cultura, come musei e biblioteche". E' il nodo della protesta contenuta in una lettera firmata dagli assessori alla cultura di Roma, Milano, Napoli, Bologna, Genova, Torino, Venezia, Ancona, Bari, Cagliari e Firenze e inviata oggi ai ministri alla Cultura, al Lavoro e allo Sviluppo Economico, Dario Franceschini, Nunzia Catalfo e Stefano Patuanelli. Gli assessori sottolineano come "la misura assunta oggi nel Dpcm che dispone la sospensione degli spettacoli in teatri, cinema e sale da concerto, colpisca il settore produttivo italiano che piu' di ogni altro ha saputo adottare misure efficaci e responsabili nel contrasto alla diffusione epidemica da Covid-19
Due le richieste che gli assessori mettono sul tavolo: da un lato, "consideriamo opportuna e necessaria una revisione di questa disposizione al piu' presto, affinche' teatri, cinema e sale da concerto possano riaprire prima del termine di efficacia del Decreto". Dall'altro, "chiediamo, nelle more della riapertura delle sale teatrali, cinematografiche e da concerto, un'immediata attivazione di ammortizzatori sociali, concreti ed efficaci, per tutte le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo, con particolare attenzione ai soggetti professionali la cui attivita' e' caratterizzata da intermittenza, occasionalita' e precarieta', che abbia corso e validita' a partire gia' da lunedi' 26 ottobre".
Ricordando che "il settore dello spettacolo vede impegnate centinaia di migliaia di professionisti", gli assessori rilevano come il settore "abbia recentemente richiamato dalla CIG quasi la totalita' dei lavoratori al fine di garantire una paga dignitosa e un corretto trattamento delle diverse professionalita'". "Da amministratori pubblici responsabili delle politiche culturali nei nostri territori - aggiungono - seguiamo con estrema apprensione e preoccupazione l'andamento dei contagi e siamo consci del fatto che nuove misure restrittive siano senza dubbio necessarie per contrastare la recrudescenza del Virus nel nostro Paese. Tuttavia, riteniamo necessario portare alla vostra attenzione che la misura appena assunta nei confronti dello spettacolo produrra' effetti economici disastrosi per un settore gia' duramente provato e, soprattutto, privera' i nostri concittadini di un importantissimo strumento di condivisione e riavvicinamento sociale, nel pieno rispetto del distanziamento fisico: nella storia delle democrazie la tenuta sociale delle comunita', soprattutto nei suoi momenti piu' critici e dolorosi, si e' sempre fondata soprattutto sulla possibilita' di condividere esperienze culturali"
