E' forte la rabbia degli ambulanti di fiere, sagre, manifestazioni sportive ed eventi dello spettacolo, che davanti a Palazzo Lombardia stanno protestando per la crisi del settore, colpito pesantemente dalle restrizioni imposte dall'emergenza Covid. In piazza Citta' di Lombardia sono circa un centinaio coloro che hanno risposto alla chiamata di Apeca, l'associazione dei venditori ambulanti aderente a Confcommercio.
"Che qualcuno si dia una mossa a venire incontro alle esigenze di questa gente perche' c'e' il rischio grosso che perdano la pazienza - dice all'Italpress - Giacomo Errico, presidente di Apeca e Fiva Confcommercio - Noi siamo qui oggi molto pacatamente, stiamo facendo da 'cuscinetto, spiegando alla gente di stare tranquilla, ma se non danno risposte e se ne stanno rintanati nei palazzi, allora qualche problema potrebbe nascere".
Errico spiega che "ci sono 40mila aziende in tutta Italia che non lavorano da febbraio, quando c'e' stata l'ultima partita di calcio e il governo ha dato loro 600 euro con cui hanno pagato giusto le bollette. La prima cosa che fanno con questi Dpcm- aggiunge il presidente Apeca- e' eliminare sagre, fiere, concerti e eventi sportivi, dimenticando che dietro ci sono famiglie che muoiono di fame".
Presenti alla protesta soprattutto ambulanti che lavorano attorno allo stadio di San Siro quando ci sono le partite, titolari di Street Food gastronomici e operatori che operano nelle fiere o vicino alle manifestazioni culturali. "Non vogliamo l'elemosina, vogliamo lavorare", urlano alcuni manifestanti. Molti gli striscioni e i cartelli recanti scritte come "Non vogliamo protestare ma abbiamo bisogno di mangiare" e "Governo e Regione Lombardia, vi siete dimenticati della nostra categoria". Uno striscione, del Consorzio Operatori Stadio Milano (Cosm) San Siro, cita: "Non possiamo piu' andare avanti". (ITALPRESS).
