Fenomeno Escape room: perché piace tanto?

In questo articolo analizzeremo lo sviluppo di tale fenomeno

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Da un’idea di Takao Kato del 2007, le escape room sono diventati fenomeni mondiali, diffuse in qualunque paese del mondo occidentale. Perché? Che cosa attrae tante persone di diversa età, sesso, condizione economica verso queste stanze?

In questo articolo analizzeremo la genesi e lo sviluppo di tale fenomeno e cercheremo di scoprire perché l’escape room piaccia tanto.

L’origine dell’escape room

Il fondatore di Scrap Entertainment, Takao Kato, ha cambiato la concezione del gioco di gruppo contemporanea. Nel 2007 ha creato il primo escape game, un gioco d’azione dal vivo in cui i partecipanti devono uscire dalla stanza in cui sono rinchiusi risolvendo indovinelli e rompicapi.

L’idea nacque da un videogame, vedendo quel gioco virtuale, Takao decise di renderlo concreto, in modo che tutti potessero partecipare fisicamente. Una sorta di virtualità che si fa reale. Ogni stanza presentava diversi scenari che cambiavano continuamente in cui i concorrenti dovevano risolvere gli indovinelli per uscire.

In soli 4 anni la diffusione fu grandissima. La prima escape room fuori dal Giappone fu realizzata a Budapest, dove la società Parapark creò la prima escape room occidentale. Da allora la diffusione è ancora in corso. Si stima che ci siano almeno tremila escape room in tutto il mondo.

Perché hanno avuto così tanto successo?

L’escape room è coinvolgente, immersiva, esperienziale. Riesce a portare i giocatori al di fuori della realtà, pur senza l’ausilio di mezzi tecnologici isolanti e influisce sui comportamenti. Grazie a questo stratagemma ludico le persone acquisiscono maggior consapevolezza di sé e autostima.

Il soddisfacimento immediato è la chiave di questa acquisizione. La concentrazione per risolvere l’enigma porta ad un risultato, tangibile, immediato, e questo non solo aumenta l’adrenalina, ma migliora anche la propria percezione del sé, delle proprie competenze e capacità.

Grazie all’escape room è possibile inoltre vivere il momento presente. Tutto ciò che di esterno ci preoccupa si allontana perché l’esperienza di gioco ci coinvolge profondamente, lo spirito di squadra nel raggiungimento dell’obiettivo si solidifica e crea uno stato di flusso in cui i componenti del team fanno brainstorming insieme, associano pensieri, creano soluzioni nuove.

In sintesi il successo è nell’esperienza. Così forte, intensa e immersiva, che riesce a far distrarre dalla realtà le persone, meglio di un programma esilarante e arricchendo ogni componente del team, sia individualmente che a livello di squadra.

Da che età è consigliabile la partecipazione ad un escape room?

Fatta eccezione per i bambini in età prescolare, è possibile partecipare fin da piccoli, ma dipende dalla tipologia di stanze a disposizione. I bambini in età prescolare iniziano a sviluppare quelle competenze che permettono loro di poter fare un gioco di questo tipo.

Orientativamente dalla scuola dell’obbligo, dopo aver padroneggiato l’abilità di calcolo e lettura, è possibile farli giocare in una stanza, ma dev’essere adatta. Di solito nei centri di escape room vengono chiarite i requisiti anagrafici per accedere perché è in base alla costruzione della stanza che si può stabilire. Ad esempio una stanza di stregoneria andrà per bambini dagli 8/9 anni in sù, quelli più piccoli invece avranno difficoltà a completarla e non riuscirebbero a partecipare.