Il futuro delle PMI passa attraverso investimenti e digitalizzazione

Scopriamo la mappa del giro d’affari e il volume della produzione delle piccole e medie imprese

il futuro delle pmi passa attraverso investimenti e digitalizzazione

Il tessuto imprenditoriale italiano vanta oltre quattro milioni di attività. A caratterizzarle è un percorso di crescita costante, che ha risentito di un pesante fardello come quello della crisi economica degli ultimi anni, difficoltà alla quale le PMI rispondono cercando di rialzarsi, scegliendo d’investire per crescere.

A rappresentare più del 95% delle aziende presenti sul territorio sono le piccole e medie imprese italiane, autentico motore dell’economia nel nostro paese così come in Europa.

Nonostante le difficoltà di cui la pandemia è stata artefice, le piccole e medie imprese, identificate dall’acronimo PMI, non hanno perso il grado di competitività che le contraddistingue. L’essere concorrenziali è frutto dell’immenso valore del capitale umano, che opera al loro interno, delle conoscenze acquisite negli anni, del grado di formazione conseguito, il tutto perfettamente mixato all’uso adeguato delle tecnologie di ultima generazione e agli investimenti di cui poter disporre.

Giro d’affari e produzione delle PMI

Secondo il Rapporto Regionale PMI 2021 del 27 maggio scorso nel nostro paese operano circa 160 mila società, che possono contare su un giro d’affari compreso tra 2 e 50 milioni di euro.

Delle 94mila PMI presenti in Italia 54 mila sono collocate nell’area di Nord-Ovest, 40 mila nel Nord-Est, 33 mila vanno ad appannaggio del Centro e 32 mila sono presenti nel Mezzogiorno.

Scorrendo i numeri messi a disposizione dal rapporto scopriamo un livello della produzione che sfiora i 230 miliardi di euro, ed è così suddiviso:

. 39% ad appannaggio delle PMI del Nord-Ovest;

. 28% messo a segno dalle PMI del Nord-Est;

. il Centro può contare sul 18%

. mentre la parte restante ovvero il 15% coinvolge le PMI del Sud.

La digitalizzazione delle PMI prosegue a spron battuto

Lockdown e pandemia hanno spinto le PMI a incrementare il livello di digitalizzazione, maniera efficace per poter espandere l’attività e farsi conoscere.

Il primo step prevede investimenti nella realizzazione di un sito web. Determinante anche lo sviluppo delle pagine social, utili per fidelizzare la clientela.

Nonostante i veloci passi in avanti compiuti dalle PMI, il livello italiano in termini di digitalizzazione non regge il confronto con la media europea. Considerando il comparto delle vendite online, come si legge nel report Osservatorio delle Piccole Imprese, le PMI italiane si collocano in 26ma posizione in una classifica che mette in fila 28 realtà.

Le PMI italiane sono consapevoli di quanto la digitalizzazione contribuisca a migliorare la loro competitività, per questo spingono l’acceleratore, considerando l’idea di garantirsi una più adeguata presenza online.

Se il periodo della pandemia ha messo in chiaro le potenzialità della digitalizzazione, oggi è forte la propensione verso il marketing online e la comunicazione digitale, requisiti fondamentali per essere ambiziosi, sopravvivere, ma soprattutto crescere.

Tecnologie digitali a misura di PMI

Per intraprendere la strada dell’innovazione digitale le PMI dovrebbero sviluppare adeguatamente alcuni processi interni, occupandosi di gestione dati e informazioni aziendali, sapientemente mixate ai percorsi di produzione.

I vantaggi del cloud computing si rivelano essenziali perché considerano l’utile presenza di server, database e risorse di archiviazione, a supporto dell’attività d’impresa.

In capo all’impresa non può mancare una crescita progettuale in tema di gestione e analisi dei dati, supportata dall’estrema attenzione alla sicurezza informatica e alla protezione dei dati.