Landini replica alla Cisl: "Ho scoperto dal telegiornale che sono tossico"

Referendum sul lavoro e la cittadinanza: la Cgil lancia la sfida per il cambiamento

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Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha aperto la campagna referendaria, sottolineando l'importanza del voto per la cittadinanza e il lavoro. "Basta un sì per cambiare la storia", ha detto, esortando alla mobilitazione collettiva

Dal palco del PalaDozza di Bologna, Maurizio Landini ha dato il via alla campagna per il referendum sui temi del lavoro e della cittadinanza, sottolineando come il voto sia un atto fondamentale di partecipazione democratica. “Non sappiamo ancora la data – ha dichiarato –, ma chiederemo al governo di accorpare il referendum alle elezioni amministrative per garantire una maggiore affluenza e un uso più efficiente delle risorse pubbliche”.

L’obiettivo della Cgil è chiaro: riportare alle urne una fetta di popolazione che negli ultimi anni ha perso fiducia nella politica e nelle istituzioni. “Oggi metà dei cittadini non vota più. Troppi pensano che votare non serva a nulla, ma non è così. Il voto è un diritto conquistato con fatica, e solo esercitandolo possiamo sperare di ottenere un vero cambiamento”.

La dimensione collettiva del voto

Pur essendo un diritto individuale, Landini ha sottolineato la forza collettiva del voto: “Un voto può essere una rivolta, perché può generare trasformazioni concrete e immediate”. La mobilitazione della Cgil punta a coinvolgere milioni di lavoratori e cittadini, per contrastare le diseguaglianze e restituire centralità ai diritti del lavoro.

I cinque quesiti referendari promossi dal sindacato mirano a ottenere cambiamenti radicali: il riconoscimento della cittadinanza per milioni di persone, l’estensione delle tutele per i lavoratori delle piccole imprese, il contrasto alla precarietà e la responsabilità diretta delle aziende sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. “Dire ‘basta’ alla precarietà significa impedire che il contratto a termine diventi la regola e non l’eccezione”, ha spiegato Landini.

Un voto per la dignità del lavoro

Il segretario della Cgil ha insistito sulla necessità di riportare al centro del dibattito pubblico la condizione dei lavoratori, soprattutto quelli più vulnerabili. “Non si tratta solo di convincere le persone a votare, ma di ascoltarle. La maggior parte di chi non vota sono lavoratori e cittadini sfiduciati. Dobbiamo parlare con loro, nei luoghi di lavoro, nei bar, ovunque si trovino, per spiegare l’importanza di questo referendum”.

Secondo Landini, la battaglia referendaria è anche una questione di giustizia sociale: “Negli Stati Uniti c’è chi sostiene che la democrazia sia incompatibile con la libertà. Noi vogliamo affermare un’altra idea di libertà, basata sulla solidarietà e sull’uguaglianza, non sul profitto di pochi”.

Il precedente del 2002 e la speranza per il futuro

Nel suo intervento, Landini ha ricordato la grande mobilitazione del 2002 contro l’abolizione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori: “All’epoca nessuno pensava che avremmo vinto quella battaglia, eppure tre milioni di persone scesero in piazza e costrinsero Berlusconi a fare marcia indietro. Oggi dobbiamo avere la stessa determinazione”.

Il segretario ha poi esortato la platea a mobilitarsi per il futuro del Paese: “Non possiamo lasciare ai giovani un’Italia in cui la precarietà e l’assenza di diritti siano la norma. Abbiamo bisogno di un modello sociale più giusto, di una democrazia più forte. Se cinque milioni di iscritti alla Cgil convinceranno altre cinque persone ciascuno, avremo 25 milioni di votanti. Questo è il potere dell’organizzazione collettiva”.

La lezione di Pertini: libertà e giustizia sociale

Landini ha chiuso il suo intervento citando Sandro Pertini: “La libertà senza giustizia sociale è solo la libertà di morire di fame”. Un monito attuale che richiama alla necessità di un’azione politica e sociale per garantire diritti, dignità e democrazia.

“Ora tocca a noi – ha concluso –. Dobbiamo parlare con la gente, ovunque. Il voto e la democrazia sono gli strumenti con cui possiamo cambiare il futuro del nostro Paese e dell’Europa intera”.