Una nuova voce dal passato: la testimonianza di Giovanbattista Sparla
Dopo decenni di silenzi e ipotesi, emerge una nuova testimonianza sulla strage di Ustica. Giovanbattista Sparla, ex addetto dell'aeronautica militare italiana, ha dichiarato che il DC-9 Itavia, precipitato il 27 giugno 1980, fu coinvolto in una battaglia aerea tra caccia americani e libici. Secondo Sparla, uno dei caccia avrebbe lanciato un missile che, per errore, colpì l'aereo civile. All'epoca dei fatti, Sparla prestava servizio nella sala operativa Shape della NATO a Casteau, in Belgio.
La richiesta di archiviazione della Procura di Roma
Nonostante la nuova testimonianza, la Procura di Roma ha avanzato la richiesta di archiviazione per due procedimenti legati alla strage: uno aperto nel 2008 dopo le dichiarazioni dell'ex presidente Francesco Cossiga e un altro avviato nel 2022 su impulso dell'Associazione per la verità su Ustica. Entrambi i fascicoli sono contro ignoti. La Procura ha motivato la richiesta sottolineando la mancanza di collaborazione da parte di Francia e Stati Uniti, che avrebbero fornito risposte "evasive, incomplete o secretate" alle rogatorie internazionali.
Le reazioni dei familiari delle vittime
La decisione della Procura ha suscitato profonda amarezza tra i familiari delle vittime. Daria Bonfietti, presidente dell'Associazione dei parenti delle vittime della strage di Ustica, ha espresso "grande dolore e delusione" per l'archiviazione, sottolineando che "i nostri morti non hanno ancora avuto completa giustizia". Bonfietti ha inoltre evidenziato la necessità che la Repubblica italiana continui a pretendere collaborazione da tutti gli Stati amici e alleati per dare giustizia e verità alle vittime.
Un mistero lungo 45 anni
La strage di Ustica rimane uno dei misteri più oscuri della storia italiana. Nonostante le numerose indagini e le varie ipotesi formulate nel corso degli anni, la verità ufficiale su quanto accaduto quella notte del 1980 non è mai stata accertata. La nuova testimonianza di Sparla aggiunge un ulteriore tassello a un mosaico complesso, ma senza la collaborazione internazionale necessaria, la possibilità di fare piena luce sull'evento sembra sempre più remota.
Prossimi passi
L'udienza per decidere sull'archiviazione è fissata per il prossimo 26 novembre. In quella sede, il giudice per le indagini preliminari dovrà valutare se accogliere la richiesta della Procura o se disporre ulteriori approfondimenti. Nel frattempo, i familiari delle vittime e le associazioni continuano a chiedere verità e giustizia per una tragedia che ha segnato profondamente la storia del Paese.