La svolta al quarto scrutinio
Il Conclave, iniziato nel pomeriggio di mercoledì 7 maggio, ha visto la partecipazione di 133 cardinali elettori provenienti da 70 Paesi. Dopo tre votazioni concluse con fumate nere, la quarta votazione del pomeriggio di giovedì ha portato all'elezione del nuovo Pontefice, raggiungendo il quorum dei due terzi, pari a 89 voti .
Attesa e commozione in Piazza San Pietro
Migliaia di fedeli si sono radunati in Piazza San Pietro per assistere al momento storico. La comparsa della fumata bianca ha suscitato un'ondata di emozione tra i presenti, che ora attendono con ansia l'annuncio ufficiale del nuovo Papa.
Un Conclave rapido e partecipato
La rapidità dell'elezione, avvenuta al quarto scrutinio, è in linea con i precedenti conclavi del XXI secolo. Il Conclave del 2025 si distingue per la sua composizione multiculturale, con il maggior numero di cardinali elettori nella storia della Chiesa
Prossimi aggiornamenti
L'annuncio ufficiale del nuovo Papa, con la tradizionale formula "Habemus Papam", è atteso a breve. Seguiranno ulteriori aggiornamenti non appena saranno disponibili informazioni sul nome e sull'identità del nuovo Pontefice.
Le domande decisive: accetti? Con quale nome?
Terminata una votazione valida, quando uno dei cardinali ottiene i due terzi dei voti, il decano del Collegio cardinalizio si avvicina all’eletto e pronuncia le due domande rituali in latino:
«Acceptasne electionem de te canonice factam in Summum Pontificem?» (Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?)
«Quo nomine vis vocari?» (Con quale nome vuoi essere chiamato?)
La risposta è altrettanto solenne: «Vocabor...», seguita dal nome scelto dal nuovo Papa. È l’atto che cambia tutto: un sì che spalanca le porte della storia.
Il segreto della “Stanza delle Lacrime”
Subito dopo l’accettazione, il neoeletto Papa viene condotto nella sacrestia della Cappella Sistina, detta “Stanza delle Lacrime”. Un nome evocativo, che richiama la commozione, il peso della responsabilità e la consapevolezza del cambiamento irreversibile. Qui, aiutato dal Maestro delle Cerimonie Pontificie, il Papa indossa per la prima volta la talare bianca, scegliendo tra tre taglie predisposte. È un momento intimo e carico di emozione: in quel silenzio si lascia alle spalle la sua identità precedente e abbraccia la missione di successore di Pietro.
La Cattedra, il Vangelo e l’atto di ossequio
Vestito con i paramenti papali, il Pontefice rientra nella Cappella Sistina. Si siede simbolicamente sulla Cattedra di Pietro e ascolta la proclamazione del passo evangelico di Matteo 16, fondamento teologico del primato petrino. A seguire, i cardinali si avvicinano per prestargli il rito dell’ossequio e dell’obbedienza, suggellando l’unità del Collegio attorno al nuovo Pastore. Il Te Deum, inno di ringraziamento a Dio, conclude il Conclave.
Fumate e simboli: la lingua del fumo
La fumata che segue l'accettazione è bianca, segno dell'avvenuta elezione. È prodotta da una miscela di clorato di potassio, lattosio e colofonia. La tradizione delle fumate risale all’Ottocento: inizialmente, il fumo indicava solo la mancata elezione. Solo nel Novecento si stabilì la netta distinzione tra fumata nera (nessuna elezione, ottenuta con zolfo, perclorato e antracene) e bianca. Curiosità: in passato si testava il sistema con una fumata gialla, abolita nel 2005 per motivi tecnici.
Habemus Papam: la gioia del mondo
A proclamare la tanto attesa notizia è il cardinale protodiacono, che dalla loggia centrale della Basilica di San Pietro annuncia al mondo intero:
«Habemus Papam!»
Segue il nome del nuovo Pontefice. La formula è ispirata al Vangelo di Luca 2,10-11, che narra l’annuncio ai pastori della nascita del Salvatore. Subito dopo, il Papa si affaccia per la prima benedizione Urbi et Orbi (alla città e al mondo), una delle più solenni della Chiesa.
Le prime parole: un segno del tempo
Dalla sobrietà di Paolo VI all’audacia profetica di Giovanni Paolo II con il suo «Se mi sbaglio, mi corriggerete», fino alla disarmante semplicità di Francesco: «Fratelli e sorelle, buonasera», le prime parole del nuovo Papa rappresentano un’intuizione dello stile pastorale che verrà. In pochi attimi, si può intravedere lo spirito con cui guiderà la Chiesa. Ora tocca al 267° successore di Pietro scrivere la prossima pagina.
Il conclave di Avignone: 5 maggio 1342
Nel cuore della lunga permanenza della Curia fuori da Roma, la cosiddetta "cattività avignonese", si aprì il 5 maggio 1342 uno dei conclavi più significativi dell’epoca medievale. Dopo solo due giorni di votazioni, il Sacro Collegio elesse il cardinale Pierre Roger, uomo colto e raffinato, che assunse il nome di Clemente VI. Il suo pontificato (1342-1352) fu segnato da un forte impulso culturale e artistico, dall’affermazione della diplomazia pontificia e soprattutto dal controverso acquisto della città di Avignone, che da allora divenne possedimento diretto della Santa Sede. Durante il terribile scoppio della Peste Nera, Clemente VI si distinse per la generosità, la protezione degli ebrei e il coraggio pastorale, guadagnandosi un posto di rilievo tra i papi del periodo avignonese.
L’elezione di Paolo V: 8 maggio 1605
Quasi tre secoli dopo, la primavera romana del 1605 fu testimone di un altro conclave decisivo. Dopo la morte lampo di Leone XI, durato appena 27 giorni, i cardinali si riunirono nuovamente l’8 maggio. Il conclave fu lungo e teso: ventisette scrutini furono necessari per arrivare all’elezione del cardinale Camillo Borghese, che prese il nome di Paolo V. Il suo pontificato (1605-1621) segnò una fase di consolidamento dell’autorità papale, sia sul piano spirituale che temporale. A lui si deve il completamento di una delle opere simbolo della Chiesa cattolica: la facciata della Basilica di San Pietro. Sotto Paolo V, Roma visse uno slancio barocco che ne trasformò l’aspetto e ne accrebbe il prestigio internazionale, diventando ancor più il cuore visibile della cristianità.
Il Conclave del 2025: la terza volta in maggio
Con l'elezione avvenuta oggi, 8 maggio 2025, nella Cappella Sistina, il mese dedicato alla Madonna registra la terza elezione papale nella storia della Chiesa. Un segno forte per i fedeli e per la tradizione liturgica mariana, che proprio in maggio trova il suo culmine. Se Clemente VI fu il papa della peste e Paolo V quello dell'affermazione barocca, resta ora da vedere quale volto e quale missione segneranno il nuovo pontificato del XXI secolo, nato sotto il manto simbolico della Vergine.