“A Mondolfo, c'è il Monumento Nazionale Abbazia di San Gervasio. Nei primi di Aprile sono stati ultimati i lavori di riqualificazione che hanno comportato il recupero del piano pavimentale della cripta, ed il restauro del più grande sarcofago ravennate delle Marche oltreché il miglioramento dell’accessibilità al sotterraneo.
E’ l’Abbazia altomedievale di San Gervasio, dalle origini paleocristiane e sorge a Mondolfo, nelle Marche, inserito tra i borghi più belli d’Italia. Il luogo più suggestivo è la cripta sorretta da un’unica colonna in marmo. Al centro della cripta c’è il più grande sarcofago di stile ravennate che sia presente nelle Marche e che esprime, nelle sue raffigurazioni, la fede dei primi cristiani. Infatti è incisa la Croce, ma anche sono incisi i pavoni, il labaro costantiniano, l’edera.
Tradizione vorrebbe che tale sarcofago, risalente al VI sec., possa conservare il corpo di San Gervasio”. Lo ha affermato Alessandro Berluti, Presidente Archeoclub d’Italia sede di Mondolfo.
"Uno dei luoghi più antichi dell’intera chiesa senigalliese - ha continuato Berluti - da cui si irradiò il cristianesimo nell’intera Valcesano, potendovi ammirare il più grande sarcofago ravennate presente in tutta la Regione Marche, in una architettura legata alla stazione di posta di epoca romana di Ad Pirum Filumeni, sul luogo raffigurata dalla famosissima Tabula Peutingeriana, l’antico itinerario stradale di epoca romana di cui l’abbazia conserva una riproduzione a grandezza naturale".
