La Cgil ha scelto la via dello sciopero per dare voce alla richiesta di pace in Medio Oriente. Migliaia di lavoratori hanno incrociato le braccia, rendendo visibile la protesta in fabbriche, uffici e piazze, in nome della popolazione palestinese sotto assedio. «Non è il momento di spendere per le armi ma per i diritti e la qualità della vita delle persone», ha dichiarato Maurizio Landini da Catania, dove era in corso l’assemblea della Cgil Sicilia dedicata a lavoro, sviluppo del Mezzogiorno e pace. Il leader sindacale ha richiamato la necessità di politiche sociali al posto della corsa al riarmo.
La lettera del sindacato mondiale
Secondo quanto riferito da Landini, il segretario mondiale del sindacato ha inviato una lettera a tutti i parlamenti e a tutti i capi di governo, incluso quello italiano. Il documento chiede il riconoscimento dello Stato palestinese, lo stop immediato all’invio di armi e la sospensione degli accordi commerciali con Israele. Lo sciopero si inserisce in un quadro più ampio di mobilitazioni internazionali contro la guerra. Il sindacato italiano, da tempo in prima linea su questi temi, ha scelto di amplificare un messaggio che unisce istanze di pace e rivendicazioni sociali.
