La riforma del Testo Unico dell’edilizia arriva in Consiglio dei ministri con l’obiettivo di porre fine alla giungla normativa che da anni complica la vita di tecnici e proprietari. Il nuovo Codice delle costruzioni dovrà delimitare in modo chiaro gli ambiti di competenza tra Stato e Regioni, oggi sovrapposti e fonte continua di contenziosi. Si punta a criteri unici per definire abusi e difformità, dall’altezza minima degli ambienti fino ai requisiti per rendere abitabili spazi come i sottotetti. Il capitolo delle sanatorie è uno dei più attesi. Le procedure semplificate introdotte con la legge Salvacasa del 2024 saranno ulteriormente velocizzate: se l’amministrazione non risponderà entro i tempi fissati, la richiesta si considererà accolta. Il silenzio-assenso diventerà così uno strumento per scardinare ritardi cronici e rimpalli di responsabilità. Nei casi più complessi, quando entrano in gioco vincoli storico-artistici o più enti, un commissario ad acta potrà sostituire le amministrazioni inadempienti, completando l’istruttoria e autorizzando l’intervento.
La sanatoria degli abusi “storici”
Uno dei punti più innovativi riguarda la possibilità di sanare con maggior facilità gli immobili costruiti prima del 1° settembre 1967, data spartiacque che precede l’obbligo per i Comuni di dotarsi di un piano regolatore. Per questi edifici si amplieranno i casi in cui non sarà richiesta la doppia conformità, requisito spesso impossibile da dimostrare perché implica verificare se l’opera fosse regolare sia all’epoca della realizzazione sia al momento della domanda di sanatoria. L’impostazione si basa sul principio della non retroattività: non si può considerare abusivo ciò che, in assenza di norme chiare, non lo era al momento della costruzione. La riforma punta anche a riorganizzare le tipologie di intervento, superando categorie tradizionali come manutenzione straordinaria o ristrutturazione. Le opere saranno classificate in base alla loro rilevanza e all’impatto sul territorio, con un’unica corrispondenza nazionale tra intervento e titolo autorizzativo: Cila, Scia o permesso di costruire. L’obiettivo è ridurre le incertezze che negli ultimi anni hanno paralizzato cantieri e compravendite, come accaduto a Milano, dove famiglie hanno atteso invano case acquistate su carta. La delega al governo avrà una durata di dodici mesi e dovrà coordinarsi con il disegno di legge sulla rigenerazione urbana attualmente in Parlamento. Il risultato atteso è un quadro normativo omogeneo, capace di semplificare l’attività edilizia e ridurre il peso del contenzioso amministrativo.
