La nuova indagine sul delitto di Chiara Poggi, coordinata dalla Procura di Pavia, registra un colpo di scena decisivo: lo scontrino che per anni ha rappresentato l’alibi di Andrea Sempio – l’amico di Alberto Stasi oggi indagato per l’omicidio – non sarebbe riconducibile alla sua famiglia. A dichiararlo è un uomo che si è presentato spontaneamente ai carabinieri, fornendo una testimonianza ritenuta attendibile. L’inchiesta riapre il nodo cruciale di orari, spostamenti e possibili coperture nel delitto di Garlasco.
Lo scontrino che non appartiene a nessuno
La mattina del 13 agosto 2007, giorno dell’omicidio di Chiara Poggi, un biglietto di parcheggio emesso alle 10:18 in piazza Sant’Ambrogio a Vigevano venne usato da Andrea Sempio come prova della sua assenza da Garlasco. Quel tagliando, custodito per anni dalla madre Daniela Ferrari, è sempre stato presentato come la chiave dell’alibi familiare. Oggi però un testimone ha dichiarato che lo scontrino non appartiene né a lui né ai Sempio, ponendo un’ipoteca sulla sua autenticità e sulle circostanze del ritrovamento.
Le contraddizioni e i sospetti degli inquirenti
I carabinieri e la Procura di Pavia ritengono la nuova testimonianza attendibile e hanno avviato riscontri formali. Già in passato erano emerse incongruenze: intercettazioni tra Andrea Sempio e il padre Giuseppe rivelavano incertezze sul momento del ritrovamento dello scontrino, mentre la madre aveva mostrato reticenze su alcuni incontri avvenuti quel giorno. Gli inquirenti sospettano che la donna si trovasse a Vigevano non per fare acquisti, come dichiarato, ma per incontrare un conoscente, un ex vigile del fuoco. Se tale circostanza fosse confermata, l’alibi di Andrea Sempio perderebbe ulteriormente credibilità. Gli inquirenti stanno ricostruendo con precisione gli spostamenti di Sempio e dei suoi familiari nelle ore precedenti e successive all’omicidio. L’orario della morte di Chiara Poggi, inizialmente collocato tra le 10 e le 12, viene oggi ritenuto più verosimilmente compreso tra le 9:12 e le 9:35. Se questa ipotesi fosse confermata, il biglietto del parcheggio emesso alle 10:18 non avrebbe alcun valore probatorio. Anche i tabulati telefonici, che collegano il cellulare di Sempio alla cella di Garlasco fino alle 12:18, sembrano indicare una presenza in zona nelle ore cruciali.
Le conseguenze giudiziarie
Con lo scontrino messo in discussione, l’intera strategia difensiva di Sempio vacilla. I suoi legali stessi ammettono che, senza riscontri esterni, quel documento è “carta straccia”. La Procura di Pavia intende ora verificare la catena di custodia del ticket, gli orari effettivi di spostamento e le relazioni tra i protagonisti della vicenda. Sullo sfondo resta l’ombra dell’ex procuratore aggiunto Mario Venditti, che nel 2017 chiese l’archiviazione del caso e oggi è a sua volta indagato per corruzione in atti giudiziari. A diciotto anni di distanza, il delitto di Garlasco continua a scuotere l’opinione pubblica. L’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nella sua villetta la mattina del 13 agosto 2007, ha già visto la condanna definitiva di Alberto Stasi, che però si è sempre proclamato innocente. La riapertura del fascicolo su Andrea Sempio, l’amico che frequentava la vittima e il principale testimone delle prime ore, riporta alla luce omissioni, incongruenze e possibili errori di valutazione. La verità, ancora una volta, sembra più complessa di quanto le carte processuali abbiano finora raccontato.
