Intorno alle 9:30 Chiara Ferragni è arrivata al Palazzo di Giustizia di Milano, accompagnata dai suoi legali Giuseppe Iannacone e Marcello Bana. L’imprenditrice ha scelto di presenziare personalmente a questa udienza, diversamente da quanto avvenuto in precedenza, a testimonianza della volontà di seguire da vicino il procedimento. La vicenda trae origine dalla campagna “Pandoro Balocco Pink Christmas”, promossa durante le festività del 2022, e dalle operazioni analoghe legate alle “Uova di Pasqua Chiara Ferragni” tra il 2021 e il 2022. Secondo la Procura di Milano, le iniziative avrebbero indotto i consumatori a ritenere che una parte del ricavato fosse destinata in modo proporzionale a finalità benefiche, quando invece le donazioni sarebbero state già fissate e indipendenti dalle vendite.
Un profitto "sospetto" di 2,2 milioni di euro
L’accusa ipotizza un ingiusto profitto complessivo di circa 2,2 milioni di euro a carico di Ferragni e dei coimputati, configurando il reato di truffa aggravata ai danni dei consumatori. Durante l’udienza odierna il giudice deve valutare la richiesta di costituzione delle associazioni dei consumatori come parti civili, tra cui La Casa del Consumatore e Adiconsum; formalizzare un accordo risarcitorio con una cittadina di 76 anni che aveva presentato istanza di costituzione di parte civile e che avrebbe già ottenuto un rimborso simbolico di 500 euro; accogliere o meno la richiesta della difesa di procedere con il rito abbreviato, che comporterebbe una sentenza più rapida e, in caso di condanna, uno sconto di pena di un terzo.
Un calendario molto fitto
Le prossime udienze sono state fissate indicativamente per il 25 novembre e il 19 dicembre. Qualora il giudice accetti il rito abbreviato, la sentenza potrebbe arrivare già a gennaio 2026. L’esito del procedimento avrà conseguenze non soltanto sul piano penale, ma anche reputazionale per l’influencer, divenuta negli ultimi anni uno dei simboli dell’imprenditoria digitale italiana. Il caso “Pandoro-Gate” resta inoltre un punto di riferimento per la futura regolamentazione delle campagne di marketing con finalità sociali e benefiche, aprendo un dibattito sul rapporto tra trasparenza pubblicitaria e responsabilità delle figure pubbliche.
