Altri sette alpinisti italiani risultano ancora dispersi in Nepal

Neve e valanghe ha già provocato la morte di tre connazionali

altri sette alpinisti italiani risultano ancora dispersi in nepal

Le operazioni di salvataggio sono coordinate tra le autorità nepalesi e l’ambasciata italiana a Kathmandu: elicotteri e mezzi via terra sono impegnati senza sosta, ma l'accessibilità dei luoghi colpiti resta limitata

Sette alpinisti italiani risultano ancora dispersi in Nepal, dove una serie di bufere di neve e valanghe ha già provocato la morte di tre connazionali. L’allarme è stato confermato dalla Farnesina: le squadre di soccorso stanno proseguendo le ricerche, ma le condizioni meteo estreme rendono tutto più difficile. «I cellulari dei dispersi non squillano», comunicano le autorità, lasciando intendere una situazione particolarmente critica.

Le tre vittime italiane già recuperate dopo le bufere e valanghe in Nepal sono Markus Kirchler, un alpinista altoatesino molto noto; Andrea Mazzucchi ed Enrico Sartori. Questi nomi sono stati confermati nelle notizie ufficiali e ricordati anche da Reinhold Messner nel suo messaggio di cordoglio. Il bilancio rimane infatti tragico con sette alpinisti ancora dispersi, mentre le operazioni di soccorso proseguono in condizioni meteo difficili.

La tragedia si è consumata sulle pendici di una delle principali catene himalayane, in un periodo normalmente considerato sicuro per le spedizioni. Tuttavia, un ciclone improvviso ha portato nevicate abbondanti fuori stagione che hanno colto di sorpresa più gruppi di alpinisti, travolgendoli con valanghe inaspettate e bufere quasi continue.

Le operazioni di salvataggio sono coordinate tra le autorità nepalesi e l’ambasciata italiana a Kathmandu: elicotteri e mezzi via terra sono impegnati senza sosta, ma l'accessibilità dei luoghi colpiti resta limitata. Molto forte la preoccupazione delle famiglie in Italia, mentre cresce anche la tensione tra gli altri alpinisti presenti nell’area. L'intera comunità alpinistica internazionale segue con apprensione gli aggiornamenti della situazione.

Il commento di Reinhold Messner, storico scalatore, invita alla riflessione: «Il rispetto per la montagna è diminuito, ormai si compra un pass in agenzia per l’Everest come fosse una semplice escursione. Io ho rinunciato alla metà delle mie ascese perché era troppo pericoloso». È un richiamo forte alla prudenza, che assume oggi un significato drammatico, davanti a una delle peggiori tragedie alpine degli ultimi anni.?

In questo momento, la speranza resta affidata agli uomini e alle donne impegnati nei soccorsi, nella speranza che almeno alcuni dei dispersi possano essere ritrovati vivi.