Frana nel Goriziano travolge casa: due persone sepolte sotto le macerie

Nella notte una casa situata ai margini di una collina a Brazzano, frazione di Cormons

frana nel goriziano travolge casa due persone sepolte sotto le macerie

La scena che si presenta è disarmante: detriti ovunque, la casa completamente sventrata dal cedimentoLa scena che si presenta è disarmante: detriti ovunque, la casa completamente sventrata dal cedimento

L’ondata di maltempo che si è abbattuta sull’Italia settentrionale nei giorni scorsi ha portato con sé conseguenze drammatiche e segni profondi nei territori coinvolti. In Friuli Venezia Giulia, nella zona del Goriziano, una frana ha travolto nella notte una casa situata ai margini di una collina a Brazzano, frazione di Cormons. Il boato improvviso e la terra che si muove di colpo hanno lasciato pochissimo tempo per reagire: due persone risultano disperse, probabilmente sorprese dal crollo mentre si trovavano all’interno dell’abitazione. Volontari, Vigili del fuoco e personale della Protezione Civile lavorano senza sosta, affrontando condizioni rese ancora più critiche dall’instabilità del terreno e dalla paura di nuovi cedimenti. Il rischio è palpabile: in paese si respira una tensione collettiva, il silenzio è rotto solo dalle sirene e dalle grida di incitamento per chi scava nel fango e tra le macerie.

La scena che si presenta è disarmante: detriti ovunque, la casa completamente sventrata dal cedimento del versante, oggetti domestici sparsi tra il terriccio, le luci delle torce che cercano tra i resti e il volto teso dei soccorritori e dei familiari accorsi. Le autorità hanno evacuato altre abitazioni vicine considerate a rischio, mentre la zona resta presidiata per evitare ulteriori tragedie.

In Liguria, invece, è soprattutto l’acqua a causare paura e danni. Fiumi e torrenti, gonfiati da piogge torrenziali, hanno rotto gli argini in più punti, invadendo strade, scantinati e abitazioni soprattutto tra il Savonese e l’Imperiese. Centinaia di interventi per liberare persone rimaste bloccate in auto o in edifici allagati, mentre molte famiglie hanno dovuto abbandonare temporaneamente le proprie case e cercare rifugio nelle aree sicure allestite dai comuni. Il paesaggio urbano si è trasformato: asfalto sollevato, auto trascinate via dalla corrente, negozi e magazzini sommersi dall’acqua e dal fango. Le scuole sono rimaste chiuse, le attività produttive paralizzate e gli operatori economici chiedono con urgenza fondi e aiuti per la ricostruzione e la ripresa.

Il maltempo in queste ore mette a dura prova la popolazione, ma al contempo fa emergere un grande senso di solidarietà e coesione sociale. I volontari si mobilitano, i cittadini si aiutano a vicenda, e il Paese si stringe attorno a chi ha subito perdite e danni. Questi episodi ci ricordano quanto il cambiamento climatico stia rendendo gli eventi estremi più frequenti e devastanti, imponendo la necessità di prevenzione, manutenzione del territorio e una riflessione profonda sul rapporto tra uomo e ambiente. E mentre si scava tra le macerie e si contano i danni, resta la speranza di ritrovare i dispersi e la volontà di ripartire, nonostante tutto.