Tutta la vicenda della famiglia del bosco si muove tra versioni che si rincorrono, interpretazioni che oscillano tra il sospetto di incuria e la difesa di una vita alternativa. L’inizio è un’intossicazione da funghi che fa finire la famiglia in ospedale e lì, per la prima volta, qualcuno segnala condizioni igieniche definite non ottimali. Da quel momento, i servizi sociali scrivono relazioni che parlano di abbandono, di un casolare che chiamano rudere fatiscente, di bambini descritti come privi di istruzione e di assistenza medica, cresciuti in isolamento quasi assoluto. La realtà tra quelle mura, osservata anche da fuori, mostra una casa di pietra molto spartana, che forse avrebbe bisogno di sistemazioni ma che appare comunque ben riscaldata, anche se senza gas e acqua corrente: i bambini usano l’acqua del pozzo, la temperatura d’inverno è mantenuta dai caminetti.
La questione dell’igiene ruota soprattutto sul bagno ecologico, all’esterno: la scelta viene difesa dai genitori come pratica diffusa in paesi abituati a scarsità d’acqua, ma sul territorio abruzzese e con il freddo che arriva sembra una forzatura. C’è un progetto per installare un bagno in casa, ma per ora resta sulla carta.
Sull’istruzione aleggia la polemica più clamorosa: formalmente, i piccoli sono regolarmente iscritti a istruzione parentale; la figlia maggiore ha sostenuto e superato l’esame, il Ministero dell’Istruzione ha confermato la regolarità dell’home schooling. Quel che resta è la questione della socializzazione, vissuta quasi tutta in famiglia, e la convinzione dei genitori che i bimbi siano felici così, come riportato da chi li ha incontrati.
Sul fronte medico, i servizi parlano di mancanza di pediatra e vaccini, la famiglia replica che tutto è in regola salvo il richiamo e che i bambini sono sani.
Nel frattempo, l’avvocato della famiglia ha rimesso il suo mandato a causa di ciò che definisce “troppe ingerenze esterne” che hanno incrinato il rapporto di fiducia. Anche le possibili soluzioni per trasferirsi in un’altra casa o ristrutturare il casolare sono state respinte, così come il supporto psicologico proposto a tutela dei bambini. La vicenda resta sospesa tra il rigore delle regole e il desiderio di essere lasciati vivere fuori dagli schemi.
