A quasi vent’anni dall’omicidio di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007, l’indagine conosce un nuovo capitolo e un nuovo protagonista giudiziario: Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, oggi indagato con l’accusa di essere il possibile autore del delitto. La procura di Pavia lavora su un mosaico di sei elementi che, messi insieme, secondo gli inquirenti potrebbero ridisegnare la scena del crimine e il ruolo del 37enne nella vicenda.?
Il primo tassello è il Dna rintracciato nel 2014 sotto le unghie di Chiara e ora riesaminato in incidente probatorio: gli esiti indicano una compatibilità con la linea maschile della famiglia Sempio, dato che per l’accusa potrebbe essere il segno di un contatto violento, mentre la difesa parla di un trasferimento secondario da oggetti o superfici comuni. A questo si aggiunge il vecchio scontrino del parcheggio di Vigevano, presentato anni fa come prova della presenza di Sempio altrove nelle ore del delitto, che oggi viene rimesso in discussione dagli investigatori e non è considerato un vero alibi nemmeno dai suoi legali.?
Nel fascicolo sono confluite anche alcune telefonate effettuate da Sempio verso casa Poggi nei giorni precedenti all’omicidio, spiegate dall’indagato come tentativi di contattare l’amico Marco o come errori di numero, ma ora rilette in chiave diversa dalla procura. Un quarto punto è la cosiddetta “impronta 33”, un segno lasciato sul muro delle scale che portano al seminterrato e in passato ritenuto non utile: nuove analisi dei Ris lo considerano invece confrontabile e parzialmente sovrapponibile all’impronta di Sempio, mentre i consulenti della difesa lo giudicano un semplice segno sull’intonaco.?
Sul movente gli inquirenti mantengono il massimo riserbo, ma lasciano trapelare di ritenere di aver individuato un possibile legame tra la vittima e il sospettato, andando così a colmare quello che finora era stato indicato come il principale punto debole di ogni ipotesi accusatoria nei confronti del 37enne. In parallelo, a Brescia si indaga su presunte irregolarità nella gestione dell’inchiesta del 2017, con l’ipotesi che denaro versato dalla famiglia Sempio per le spese legali sia stato utilizzato per condizionare il corso delle indagini, circostanza che l’ex pm e gli avvocati respingono con decisione.?
Il quadro resta lontano da una verità processuale definitiva, ma segnala come il caso Garlasco continui a produrre nuove piste, consulenze e interrogativi, tenendo insieme il livello scientifico delle analisi di laboratorio, le ricostruzioni sugli spostamenti di quel 13 agosto e il delicato nodo di eventuali responsabilità istituzionali nelle indagini del passato.
