«Chiedo scusa a tutti: alla mia famiglia, alle forze dell’ordine, a ogni cittadino di Nardò». Con queste parole Tatiana Tramacere, 27 anni, ha scelto di rompere il silenzio attraverso un breve messaggio inviato alla redazione di “Chi l’ha visto?”. L’intervista integrale sarà trasmessa questa sera, aggiungendo un nuovo tassello alla vicenda che negli ultimi giorni ha polarizzato l’opinione pubblica e attirato una valanga di attenzioni sui suoi profili online. Da 24 ore gli account Instagram riconducibili alla giovane risultano chiusi. È scomparso anche “Parole in evoluzione”, il profilo diventato in breve tempo una sorta di catalizzatore dell’onda d’urto mediatica, tra commenti di solidarietà e attacchi aperti. Quell’account aveva superato quota 60 mila follower negli ultimi giorni, mentre il dibattito intorno alla sua figura si faceva sempre più acceso.
L’odio che migra su Facebook
La chiusura dei profili non ha però fermato il flusso di reazioni. Il profilo Facebook della 27enne, ancora visibile, è stato letteralmente travolto da commenti di ogni tipo. Tra i messaggi si alternano appelli alla calma — «Tatiana torna a casa» — e frasi durissime cariche di giudizi morali. Alcuni utenti puntano il dito contro la ragazza, altri prendono di mira le sue poesie, contestandone valore e sensibilità. La vicenda mette in luce, ancora una volta, la rapidità con cui l’ecosistema digitale può trasformarsi in una cassa di risonanza incontrollata, moltiplicando emozioni, rabbia e aspettative. Le scuse rese pubbliche oggi rappresentano il primo passo di Tatiana Tramacere per riappropriarsi di una narrazione che negli ultimi giorni le era sfuggita di mano, mentre il dibattito intorno al suo comportamento continua a dividere la comunità locale e la rete.
