Caso discoteche in Sardegna. "Ricostruzione strumentale"

Il presidente della regione Sardegna

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 Si sta mettendo in campo "una ricostruzione strumentale che tende ad identificare la Sardegna come un'unica grande discoteca mentre in realta' l'isola ha tenuto aperte le discoteche molto meno di tutte le altre regioni". Lo ha detto ieri il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, intervistato nella trasmissione Stasera Italia Weekend andata in onda su Rete 4.

"Quando ho adottato l'ordinanza numero 38, in Italia 17 regioni su 20 avevano riaperto le discoteche fin dal 7 di agosto - ha spiegato il governatore sardo - e non ho sentito nessun caso per le discoteche della riviera romagnola, del Salento, della Campania, mentre sembra quasi che le poche discoteche dell'isola, riaperte in seguito ad una richiesta del Consiglio regionale con un ordine del giorno approvato all'unanimita', siano state quelle che hanno determinato il contagio. Niente di piu' falso, ma non per le parole che possiamo spendere oggi ma per i numeri".

"La Sardegna all'inizio della stagione turistica aveva una circolazione virale pressoche' pari allo zero, il virus non circolava - ha aggiunto Solinas - per cui e' impensabile una ricostruzione che dica che chi e' venuto in Sardegna si e' infettato ed ha riportato indietro il virus. Qui e' esattamente il contrario. Io ho chiesto con forza che si facessero dei controlli sui chi arrivava in Sardegna proprio perche' il virus non l'avevamo e non eravamo in grado di contagiare nessuno. Semmai e' chi e' arrivato qui che lo ha portato e su questo ci sono tante testimonianze che i mass media hanno mandato in onda: c'era chi prendeva tachipirina per abbassare la temperatura e superare i controlli, persone che sono state prima in Spagna, Croazia e Malta e poi sono venute in Sardegna. Quindi il virus non e' nato dalla Sardegna, tutt'altro. L'Isola e' la parte lesa".