“Diamo la parola al popolo!” tuonava Matteo Salvini nel 2022, mentre agitava i sei referendum promossi dalla Lega come se fossero le tavole della legge. C’erano dentro un po’ di tutto: giustizia, magistrati, cannabis, carcere preventivo. Sembrava la rivoluzione democratica, la riscossa dei cittadini, il trionfo della sovranità popolare. Spoiler: votarono quattro gatti e lui postò una foto con la scritta “Comunque vada, vinto il diritto di scegliere”, che in Salvinese vuol dire “abbiamo perso, ma almeno ho fatto due video su Facebook”.
E oggi? Maggio 2025. Salvini scopre improvvisamente che i referendum sono “una perdita di tempo e soldi pubblici”. Il popolo non va disturbato, meglio lasciarlo in pace a guardare le sue dirette su TikTok, dove balla con la suoneria di una sirena e una t-shirt con scritto “Italia libera!”. Libera da cosa non si sa, forse dalla coerenza.
Nel video allegato, vediamo il Salvini 2022 con lo sguardo da condottiero padano in missione per conto della Costituzione. Poi c’è il Salvini 2025, che alza gli occhi al cielo appena sente la parola “referendum” e dice: “Vorrei avere tempo di andare a mare con i miei figli”. Un cambiamento d'opinione? Forse. O forse solo la constatazione che il referendum non fa più engagement.
Perché in fondo tutto ruota lì: Salvini non è un politico nel senso classico, è un influencer di Pontida. La sua agenda si misura in reaction, la sua coerenza dura quanto una story su Instagram. Un giorno indossa la felpa della Polizia, il giorno dopo si lamenta degli agenti che fanno i controlli. Un giorno vuole il premierato, il giorno dopo si lamenta del premier.
Ma c’è una costante: Matteo Salvini è sempre dalla parte di Matteo Salvini. Se oggi conviene dire che i referendum sono inutili, lo saranno. Se domani torna utile riproporli, torneranno ad essere “lo strumento più alto della democrazia”. Dipende da come tira il vento, o meglio, da come clicca l’algoritmo.
Intanto l’Italia guarda, sbuffa, cambia canale. Ma lui resta lì, con il sorriso plastico e lo sguardo fiero, pronto a spiegare che non ha mai cambiato idea. È il mondo che non lo capisce.