Siamo un popolo coerente, si sa: ogni italiano si sveglia col pane nella mano destra e il problema nella sinistra. Secondo il sondaggio fresco di Rai, gli abitanti della Penisola hanno finalmente messo nero su bianco cosa davvero li tormenta – che, tra parentesi, è tutto. E niente. Il sondaggio, condotto con uno zelo quasi lombrosiano tra il 20 e il 21 ottobre 2025, su un campione rappresentativo di 1.000 italiani (su 50 milioni, alla faccia della statistica), ci consegna l’identikit delle priorità nazionali e la prova che lamentarsi è ormai lo sport più praticato del paese.
Inflazione regina, sanità madrina
In cima al podio dell’angoscia tricolore svetta l’inflazione e l’aumento dei prezzi: il 39% degli intervistati ha indicato la crescita dei prezzi come il principale grattacapo nazionale. Che dire? I supermercati sono diventati luoghi di meditazione zen: resti immobile di fronte agli scaffali, affrontando il dilemma esistenziale se comprare il parmigiano o pagare il gas. E mentre si fa la fila per pagare, la mente corre alle altre code: quelle dell’ospedale. La sanità e le liste d’attesa occupano la seconda posizione (36,8%), e qui l’ironia diventa quasi pianto greco – prenotare una tac è un progetto di vita che presuppone, tra le altre cose, un robusto piano pensionistico.
Tasse, lavoro e “altri piccoli problemi”
Terzo posto per le tasse, “che strozzano aziende e famiglie” (26,6%). È noto che le tasse sono come il tempo incerto: ci sono sempre e tutti ci si lamentano, ma nessuno ha trovato la soluzione miracolosa. Subito dopo, il lavoro (23,3%): qui il sondaggio è vago, parla di crisi, stipendi, qualità – gli italiani vogliono tutto, tranne il lunedì mattina, che resta il vero nemico. Poi si passa alle grandi paure mediatiche: immigrati (19,4%), microcriminalità (18,6%) ed evasione fiscale (18,5%), una triade da salotto TV dove ognuno può dire la sua, purché sia rigorosamente indignata.
La guerra e il clima: troppo complicati, meglio le tasse
Solo il 15,8% sul tema guerra (“che non presenta una via d’uscita”) e un anemico 13,7% per il cambiamento climatico: evidentemente, l’alluvione si risolve con la pappa al pomodoro e le bombe con “un po’ di buon senso”. La visione per le generazioni giovani? Solo il 10,5% – del resto, i giovani possono votare TikTok, mica il Parlamento. E per chi non sa/non risponde (3,6%): congratulazioni, rappresentate la vera Italia, quella che dice “mah, vediamo, intanto c’è la partita”.
E gli indecisi? Sognano il portafogli pieno
Per la minoranza degli indecisi o degli astenuti, lo stimolo per tornar alle urne sarebbe sempre il portafogli: “aspetti economici” (29,2%) e “vita quotidiana” (26,7%) battono sicurezza e legalità (22,7%), territorio (9,5%) e politica internazionale (7,4%). Meno interesse alle politiche giovanili (4,5%): eppure, pensare al futuro è una delle cose che agli italiani piacerebbe delegare, magari a un app di delivery.? Ironia a parte, la fotografia è chiara: il Paese è una gigantesca fila al bancomat della speranza. Le emergenze sono tutte “alla pari”, forse perché siamo incapaci di affrontarne una per volta. Ma non disperiamo: magari la soluzione la troveranno nel prossimo sondaggio. Prima, però, bisogna raccogliere dati. Lo sport nazionale prosegue: lamentarsi, ma con metodo!
