Separazione carriere magistrati, cosa accade dopo il "sì" al Senato

Il voto popolare, che non prevede quorum, potrebbe tenersi già tra fine marzo e aprile 2026

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Non è ancora legge. Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, si aprirà la finestra dei tre mesi entro la quale potrà essere richiesto il referendum confermativo

Una volta che il Senato avrà approvato in via definitiva la riforma, il testo passerà alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. È il momento in cui decorrono i tre mesi previsti dall’articolo 138 della Costituzione per la richiesta del referendum confermativo. La legge, infatti, non essendo stata approvata con la maggioranza dei due terzi dei parlamentari, non potrà entrare in vigore automaticamente. Sarà necessario il voto popolare per ratificarla o respingerla. Durante questo periodo, il Governo e il Parlamento non possono promulgare la legge: l’efficacia resta sospesa fino all’esito della consultazione. Tutti i principali partiti, sia di maggioranza sia di opposizione, hanno già annunciato la volontà di sostenere la richiesta di referendum.

Il fondamento costituzionale

Il percorso è dettato dall’articolo 138 della Costituzione, che regola la revisione delle norme costituzionali. La procedura prevede due deliberazioni successive di ciascuna Camera, a distanza di almeno tre mesi. Se nella seconda votazione la maggioranza dei due terzi non viene raggiunta, la legge può essere sottoposta a referendum popolare entro tre mesi dalla pubblicazione. La richiesta può provenire da un quinto dei membri di una Camera, da cinquecentomila elettori o da cinque Consigli regionali. Si tratta di uno strumento di garanzia, pensato per consentire ai cittadini di esprimersi sulle modifiche più rilevanti della Carta.

Verso il referendum

Una volta depositata la richiesta, il Presidente della Repubblica, su proposta del Governo, indice il referendum entro un periodo massimo di quattro mesi e mezzo. Nel caso della riforma sulla separazione delle carriere, l’esecutivo intende accelerare la procedura: l’obiettivo politico è arrivare alle urne già tra la fine di marzo e il mese di aprile 2026. La consultazione si svolgerà su tutto il territorio nazionale e coinvolgerà anche gli italiani all’estero. Le schede riporteranno il quesito se approvare o respingere la legge di riforma costituzionale.

Come funziona il voto

Il referendum confermativo non prevede quorum. Ciò significa che il risultato sarà valido indipendentemente dal numero dei partecipanti: vincerà la maggioranza dei voti validi espressi. Se prevarranno i “sì”, la legge entrerà in vigore e la riforma della giustizia diventerà operativa. In caso contrario, la legge sarà respinta e resterà in vigore l’assetto attuale delle carriere nella magistratura. Nei prossimi mesi si aprirà la campagna per la raccolta delle firme necessarie alla richiesta del referendum. Seguirà il decreto di indizione e, una volta fissata la data, scatterà la fase di informazione istituzionale, con la predisposizione dei materiali per il voto e la definizione del quesito ufficiale. Da quel momento, l’Italia entrerà in una fase politica e civile delicata: il voto popolare non sarà solo un passaggio tecnico, ma anche un banco di prova per il rapporto tra magistratura e cittadini, tra politica e giustizia.