All’aeroporto, prima di partire per Bari, Giorgia Meloni chiarisce la posizione dell’esecutivo dopo le polemiche seguite alle inchieste di Report. “L’azzeramento del Garante non è di nostra competenza, spetta al collegio. È stato nominato quando al governo c’erano Pd e Movimento 5 Stelle, con un presidente in quota Pd. Dire che subisce pressioni dal centrodestra è semplicemente ridicolo”. La premier, pur ribadendo l’autonomia dell’Autorità, apre alla possibilità di un confronto normativo: “Se volete discutere di una nuova legge lo possiamo fare, ma quella in vigore non l’ho scritta io”.
L’attacco del Pd e di Schlein
La segretaria dem Elly Schlein definisce “grave e desolante” la situazione emersa dalle indagini giornalistiche, chiedendo l’azzeramento del consiglio dell’Autorità. “Senza una discontinuità – afferma – sarà impossibile ricostruire la fiducia dei cittadini. Serve trasparenza e indipendenza, non legami politici”. Anche Sandro Ruotolo, responsabile informazione nella segreteria Pd, parla di “conflitto d’interessi macroscopico”, ricordando il caso della visita di Agostino Ghiglia, componente del collegio ed ex parlamentare di Alleanza Nazionale, alla sede di Fratelli d’Italia poco prima della multa inflitta a Report.
Il fronte delle opposizioni
Sulla stessa linea il Movimento Cinque Stelle, che parla di “covo di conflitti d’interesse, favoritismi e spese folli” e accusa il governo di silenzio complice. “Fuori subito Ghiglia e tutto il collegio”, dichiarano i parlamentari grillini in Commissione di Vigilanza Rai. Anche il senatore dem Francesco Boccia chiede che l’esecutivo riferisca in aula, mentre il leader di Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro denuncia una “gestione opaca e politicizzata” che, a suo dire, “ha piegato l’autorità alle logiche di partito, tradendo lo spirito con cui fu voluta da Stefano Rodotà”.
La replica di Sigfrido Ranucci
Il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, interviene su Rai Radio 1 sottolineando che nel collegio del Garante “non ci sono solo esponenti di Pd e M5S, ma anche uno della Lega e uno di Fratelli d’Italia”. Ranucci riconosce la correttezza istituzionale della frase di Meloni, ma aggiunge: “Le dimissioni del Garante sarebbero una sconfitta per tutti. L’inchiesta mostra un’anomalia che la politica ha tollerato per anni: la gestione delle Authority è diventata terreno di spartizione, e questo limita la libertà di stampa”.
Libertà di stampa alla Camera
Intanto, alla Camera dei Deputati, si apre il dibattito sulle mozioni relative alla libertà di informazione. Pd, M5S e Alleanza Verdi e Sinistra presentano un documento unitario che impegna il governo ad attuare la direttiva europea contro le querele temerarie e a garantire tutele più forti per i giornalisti. Il centrodestra, pur partecipando alla discussione, non ha ancora depositato un proprio testo. Il confronto si inserisce in un clima di crescente tensione tra il mondo dell’informazione e le istituzioni, mentre il caso Garante continua a catalizzare l’attenzione del Parlamento e dell’opinione pubblica.
