È una scena che Israele attendeva da 737 giorni: il ritorno dei propri cittadini rapiti nel massacro del 7 ottobre 2023. Quarantotto nomi, quarantotto storie di paura e resistenza, molte delle quali purtroppo già concluse. L’accordo firmato a Sharm el-Sheikh tra Israele, Egitto, Stati Uniti e Qatar prevede la restituzione degli ostaggi ancora in vita e dei corpi dei prigionieri deceduti. Il rilascio dovrà avvenire entro 72 ore per i sopravvissuti, mentre la consegna delle salme richiederà più tempo. Le autorità israeliane hanno reso noto che almeno venticinque ostaggi sono stati uccisi durante l’attacco del 7 ottobre o nei mesi successivi, mentre erano in mano ai miliziani. Dei quarantotto rapiti, solo una ventina risulterebbero vivi. La restante parte sarà riconsegnata sotto forma di resti umani, in parte ritrovati nei tunnel, in parte sepolti in aree ancora controllate da Hamas e Jihad islamica.
I giovani del Nova Festival
Molti dei prigionieri provenivano dal Nova Festival, la festa musicale organizzata nei pressi della foresta di Be’eri. Tra loro Rom Braslavski, ventunenne addetto alla sicurezza, ferito alle mani durante l’attacco e ripreso mesi fa in un video in cui appariva deperito e provato. Con lui, Evyatar David, ventiquattrenne, comparso in un filmato in cui scavava una fossa dentro un tunnel. Elkana Bohbot, trentasei anni, era arrivato al festival solo per ballare. Guy Gilboa-Dalal, ventiquattro anni, è apparso in due diversi video diffusi da Hamas. Segev Kalfon, ventisette anni, è stato visto l’ultima volta mentre tentava di fuggire lungo la strada che porta a Re’im. Bar Kuperstein e Eitan Mor, entrambi nella sicurezza del Nova, non sono mai tornati. Yosef-Haim Ohana, venticinquenne barista, e Alon Ohel, ventiquattrenne con doppia cittadinanza tedesca e serba, furono catturati nei pressi del rave. Ohel, ferito a un occhio, rischia di aver perso la vista parzialmente. Tra i nomi che tornano a commuovere Israele c’è anche quello di Avinatan Or, trentaduenne, rapito con la compagna Noa Argamani, liberata lo scorso giugno.
I rapiti dai kibbutz
Dai villaggi agricoli lungo il confine con Gaza, molti furono trascinati via dalle proprie case. Omri Miran, quarantottenne del kibbutz Nahal Oz, fu portato nella Striscia dopo che i terroristi avevano costretto la sua famiglia, comprese le figlie, a comparire in un video in diretta sui social. Anche Tsachi Idan, padre di un’altra famiglia dello stesso kibbutz, fu rapito: di lui è stato riconsegnato solo il corpo. I gemelli Gali e Ziv Berman, ventottenni del kibbutz Kfar Aza, furono prelevati dalla loro abitazione. Ariel Cunio, ventotto anni, fu portato via dal kibbutz Nir Oz con la compagna Arbel Yehoud, liberata a gennaio. Suo fratello David, trentacinque anni, fu rapito insieme alla moglie Sharon e ai loro gemelli di tre anni: lei e i bambini furono liberati nel novembre 2023, lui è rimasto prigioniero fino a oggi.
I soldati e i caduti
Fra i prigionieri ancora vivi ci sono due soldati: Matan Angrest, ventiduenne tirato giù da un carro armato durante i combattimenti nel sud di Israele, e Nimrod Cohen, ventunenne, rapito vicino alla base di Nahal Oz. Le forze di difesa israeliane hanno confermato che tra i corpi restituiti vi è anche quello di un militare ucciso nel 2014, rimasto per anni nelle mani di Hamas. L’accordo prevede anche la restituzione dei corpi di civili anziani, alcuni con più di ottant’anni, e di una sola donna: Inbar Haiman, ventisettenne, uccisa durante l’attacco al Nova Festival. La firma di Sharm el-Sheikh ha sancito un cessate il fuoco temporaneo e un impegno reciproco: Hamas dovrà restituire i prigionieri, Israele libererà un numero consistente di detenuti palestinesi. Gli scambi avverranno sotto la supervisione della Croce Rossa e dei mediatori egiziani e qatarioti. Ma la tregua non cancella le domande. Quale sarà la condizione dei superstiti dopo due anni di prigionia? Riuscirà Israele a recuperare tutti i resti e a dare loro degna sepoltura? E soprattutto, questo scambio segnerà un punto di svolta o soltanto una fragile parentesi prima di un nuovo capitolo di conflitto?
