Stallo sui territori occupati: Mosca respinge il compromesso proposto dagli USA

Nessun accordo dopo le cinque ore di colloquio tra Putin e l’inviato americano Witkoff

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Il Cremlino giudica “costruttivo” il confronto sul piano di pace rivisto da Washington, ma sui territori occupati non emerge alcuna intesa. Intanto la Russia accelera sul fronte mentre la Norvegia annuncia nuovi fondi per sostenere Kiev

L’incontro al Cremlino tra Vladimir Putin e l’inviato speciale statunitense Steve Witkoff, affiancato da Jared Kushner, si è concluso senza quel passo avanti che molti osservatori attendevano. Cinque ore di colloquio non sono bastate per avvicinare le posizioni sulla questione più delicata: il destino dei territori ucraini occupati dalla Russia, circa il 19 per cento del Paese. Il piano americano, consegnato due settimane fa a Mosca e riformulato dopo un nuovo passaggio con Kiev, contiene ipotesi di compromesso che Washington considera praticabili. Ma la risposta russa resta prudente. Il consigliere diplomatico del Cremlino, Yuri Ushakov, ha parlato di “discussione utile”, chiarendo però che nessuna soluzione condivisa è stata trovata. Le proposte statunitensi, ha ammesso, “possono essere discusse”, ma non c’è ancora terreno comune.

Le posizioni in campo

Mosca continua a considerare irrinunciabili le conquiste territoriali maturate dal 2022, mentre Washington punta a fissare un quadro negoziale che consenta a Kiev di affrontare un eventuale tavolo di trattativa senza cedere sovranità. Secondo Ushakov, alcune parti del piano sono state accolte con apertura, altre con critiche, ma la disponibilità a proseguire il confronto rimane un dato politico significativo.Nel frattempo, la dinamica militare sul terreno descrive un contesto  tutt’altro che statico. Le forze russe hanno intensificato le operazioni in più settori del fronte, un elemento che rischia di comprimere ulteriormente i margini diplomatici e rafforzare la posizione di forza rivendicata dal Cremlino.

Il sostegno occidentale a Kiev

Mentre a Mosca si cercava un varco per riaprire una prospettiva negoziale, sul fronte occidentale si è registrata una nuova iniziativa a favore dell’Ucraina. La Norvegia, per voce del ministro degli Esteri Espen Barth Eide, ha annunciato l’arrivo di 500 milioni di dollari destinati ai programmi Purl, suddivisi in due pacchetti bilaterali con Germania, Polonia e Paesi Bassi. L’obiettivo è rafforzare la capacità di resistenza di Kiev, affinché possa presentarsi ai colloqui da una posizione solida. La dichiarazione di Oslo, resa alla vigilia della riunione dei ministri degli Esteri della Nato, conferma la volontà dell’Alleanza di mantenere alta la pressione diplomatica e finanziaria, in un momento che molti considerano decisivo per l’evoluzione del conflitto.

Le prospettive per i prossimi mesi

Lo scenario resta incerto. Pur definendo il dialogo “costruttivo”, il Cremlino continua a ribadire che “molto lavoro resta da fare”. E anche Washington evita di alimentare ottimismo prematuro. Le prossime settimane saranno cruciali per capire se le aperture registrate nel colloquio di Mosca potranno trasformarsi in una bozza di intesa o se il conflitto proseguirà su un binario militare destinato ad allontanare la prospettiva della pace.