Unifil abbatte un drone israeliano in Libano: alta tensione tra Onu e Tel Aviv

I caschi blu di Unifil, sotto comando italiano, abbattono per la prima volta un drone israeliano

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L’episodio, avvenuto a Kafr Kila, al confine tra Libano e Israele, segna un nuovo punto di crisi nei rapporti fra Unifil e le forze israeliane. Roma monitora la situazione

Un drone israeliano è stato abbattuto dai caschi blu dell’Onu nella zona di Kafr Kila, nel sud del Libano, lungo la cosiddetta Blue Line che separa i due Paesi. È la prima volta che Unifil, la missione delle Nazioni Unite istituita per mantenere la pace dopo la guerra del 2006, reagisce contro un velivolo dello Stato ebraico. Secondo la ricostruzione del comando Onu, il drone avrebbe sorvolato a bassa quota una pattuglia internazionale in modo definito “aggressivo”, spingendo i militari ad attivare le contromisure di difesa previste dal protocollo operativo. La risposta sarebbe stata mirata e calibrata, ma sufficiente a neutralizzare il velivolo. Le autorità israeliane hanno invece negato qualsiasi comportamento ostile, sostenendo che il drone era impegnato in una normale missione di sorveglianza e che non rappresentava una minaccia per i caschi blu. Dopo l’abbattimento, un secondo drone avrebbe sorvolato la stessa area e lanciato un ordigno esplosivo, a cui sarebbe seguito anche il fuoco di un carro armato israeliano contro una postazione Onu. L’Idf ha smentito quest’ultima circostanza, parlando di una “errata interpretazione” delle operazioni in corso.

La reazione dell’Onu e le comunicazioni diplomatiche

Subito dopo l’incidente, sono stati attivati i canali di comunicazione tra il comando Unifil e l’esercito israeliano per chiarire l’accaduto. L’episodio viene considerato estremamente grave, perché mai prima d’ora la missione Onu aveva adottato una misura di autodifesa così esplicita contro un mezzo israeliano.
Negli ultimi mesi, tuttavia, la tensione lungo la linea di demarcazione si è intensificata. Unifil ha più volte denunciato il lancio di ordigni esplosivi da parte di droni israeliani contro aree sotto controllo Onu, in alcuni casi con il ferimento lieve di militari internazionali. Israele, da parte sua, ha sempre sostenuto che i bersagli fossero miliziani di Hezbollah e non le forze di pace.

Il comando italiano e la posizione di Roma

La missione Unifil, oggi guidata dal generale Diodato Abagnara, conta circa 1.200 militari italiani su un totale di oltre 10.000 uomini provenienti da 49 Paesi. L’Italia è uno dei principali contributori alla forza Onu e mantiene il comando operativo da diversi anni. Il Ministero della Difesa e la Farnesina seguono con attenzione gli sviluppi. L’episodio di Kafr Kila viene considerato “di eccezionale delicatezza” e potrebbe richiedere un rafforzamento delle regole di ingaggio, oltre a una revisione dei protocolli di coordinamento tra Unifil e l’esercito israeliano. Negli ultimi mesi la zona di confine è tornata a essere uno dei punti più caldi del Medio Oriente. Dopo l’offensiva israeliana di ottobre contro Hezbollah, diversi episodi hanno coinvolto droni e artiglieria. Israele accusa la missione Onu di non riuscire a controllare le attività delle milizie sciite filo-iraniane, mentre le Nazioni Unite denunciano violazioni sistematiche della risoluzione 1701 che prevede la cessazione delle ostilità e il rispetto del confine libanese.
L’abbattimento del drone rappresenta quindi il culmine di un’escalation che rischia di compromettere l’equilibrio già fragile della regione.

Le implicazioni internazionali

Sul piano diplomatico, l’incidente apre un fronte di frizione fra Israele e l’Onu, ma coinvolge anche l’Italia, che comanda la missione. L’uso della forza da parte di Unifil, pur nel rispetto delle regole di autodifesa, solleva interrogativi sulla tenuta del mandato e sulla possibilità di un coinvolgimento più diretto del contingente Onu in operazioni difensive. Il Palazzo di Vetro ha espresso “profonda preoccupazione” per l’accaduto e ha ribadito la necessità che Israele rispetti la sovranità del Libano e l’integrità della missione internazionale. L’abbattimento del drone israeliano da parte di Unifil segna un precedente che potrebbe cambiare il corso della missione. Il gesto, interpretato come legittima difesa dai vertici Onu, rischia di alimentare ulteriori provocazioni e di spingere l’area verso una nuova spirale di incidenti armati.
Mentre la diplomazia lavora per riportare la calma, il timore è che l’equilibrio fragile lungo la linea blu possa incrinarsi definitivamente, trascinando con sé l’intero dispositivo di pace faticosamente costruito in quasi vent’anni di presenza internazionale.