Nuovo raid IDF su Gaza: oltre cento morti. Tregua a rischio collassso

“Colpita minaccia imminente” nell’area di Beit Lahia, nel nord della Striscia: vittime bambini

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Il cessate il fuoco è formalmente tornato in vigore alle 9 del mattino, ma la tensione resta altissima lungo tutto il confine

L’attacco è avvenuto poco dopo la mezzanotte e ha coinvolto diverse aree abitate nel distretto di Beit Lahia. Secondo fonti mediche locali, almeno 104 persone sono morte, tra cui 46 bambini e 20 donne. L’IDF ha dichiarato di aver colpito una base operativa di Hamas che stava preparando un lancio di razzi verso le città israeliane di Sderot e Ashkelon. Le esplosioni hanno devastato interi isolati e causato nuovi sfollamenti di civili verso il sud della Striscia.

La tregua “ritrovata” dopo diciotto giorni

La fragile tregua firmata al Cairo e confermata a Sharm el Sheikh nell’ambito del piano Trump è durata appena diciotto giorni. Già nelle scorse settimane si erano registrate violazioni isolate, ma l’attacco di questa notte segna il momento più critico dall’accordo. Dopo ore di mediazione americana e qatariota, il cessate il fuoco è stato riattivato alle 9 del mattino, ora locale. Secondo Israele, l’operazione non rappresenta una rottura dell’accordo, ma una risposta “mirata e proporzionata” a una minaccia concreta.

Le reazioni internazionali

Il vicepresidente americano JD Vance ha minimizzato l’accaduto parlando di “scaramucce che non metteranno in pericolo la pace”. Donald Trump, da parte sua, ha ribadito che “Israele ha diritto di rispondere agli attacchi di Hamas”, invitando entrambe le parti a rispettare la tregua. Hamas ha accusato Tel Aviv di voler “imporre una nuova realtà sotto il fuoco”, dichiarando che l’operazione israeliana rappresenta una violazione grave dell’accordo.

Emergenza umanitaria in peggioramento

Ospedali e centri di accoglienza nel nord della Striscia sono ormai al collasso. Fonti locali parlano di decine di famiglie ancora sotto le macerie e di una grave carenza di medicinali e carburante per i generatori elettrici. Gli sfollati interni sarebbero oltre 20 mila solo nelle ultime 48 ore. Le Nazioni Unite stimano che oltre il 70% della popolazione di Gaza viva ora senza accesso regolare ad acqua potabile e assistenza sanitaria.

Le prossime mosse

Hamas avrebbe accettato di consegnare nei prossimi giorni quattro corpi di ostaggi israeliani uccisi durante i combattimenti di settembre, come segnale di “buona volontà”. Tuttavia, resta alto il rischio che il nuovo raid provochi una spirale di rappresaglie. Gli analisti temono che un nuovo ciclo di violenze possa rendere definitivo il collasso del cessate il fuoco.