Maxi-operazione anti-narcos a Rio de Janeiro: 132 morti, scuole chiuse, aerei ko

Scontri violentissimi nelle favelas di Rio de Janeiro: 2.500 agenti in campo, droni-bomba e quartier

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L’intervento, con oltre 2.500 agenti schierati, ha coinvolto i complessi di Alemão e Penha, dove vivono quasi 300 mila persone. Il bilancio provvisorio parla di 132 morti, 80 arresti e centinaia di armi sequestrate

L’operazione è iniziata all’alba, quando le forze speciali della polizia civile e militare hanno fatto irruzione nelle favelas del Complexo do Alemão e di Penha. Secondo le autorità, l’obiettivo era smantellare il Comando Vermelho, gruppo responsabile del traffico di droga e delle recenti ondate di violenza in città.
Droni armati, elicotteri e mezzi blindati hanno sorvolato le baraccopoli, mentre i residenti parlavano di “scene di guerra”. Le gang hanno risposto al fuoco con armi automatiche, arrivando a sparare oltre 200 colpi al minuto contro le forze dell’ordine.

Il bilancio più drammatico di sempre

Dopo dodici ore di scontri, il bilancio è stato aggiornato a 132 morti e più di 80 arresti. Tra le vittime si contano almeno quattro agenti e numerosi civili colpiti durante le operazioni. Le autorità hanno dichiarato di aver sequestrato oltre 90 fucili, diverse granate, droni modificati e un ingente quantitativo di droga.
Il governatore dello Stato, Claudio Castro, ha definito l’operazione “un atto di difesa dello Stato di diritto contro il narco-terrorismo”. Le opposizioni e le organizzazioni umanitarie, invece, parlano di un “massacro di Stato”, chiedendo un’inchiesta indipendente.

Città paralizzata: scuole e aeroporti chiusi

Durante l’intera giornata del 28 ottobre, Rio de Janeiro si è trasformata in una città blindata. Le autorità municipali hanno disposto la chiusura di tutte le scuole e università dell’area nord, mentre i voli in partenza e in arrivo all’aeroporto internazionale Galeão sono stati sospesi per motivi di sicurezza.
Le linee della metropolitana e degli autobus hanno subito interruzioni, causando un blocco quasi totale dei trasporti pubblici. Numerosi quartieri sono rimasti senza elettricità a causa dei danni alle linee durante gli scontri.

Le reazioni del governo e della comunità internazionale

Il presidente brasiliano ha espresso pieno sostegno all’operazione, definendola “necessaria per ripristinare l’ordine e colpire duramente i cartelli che tengono in ostaggio intere comunità”. L’ONU e Amnesty International hanno invece chiesto chiarimenti sul numero di vittime civili e sull’uso della forza da parte della polizia, sollecitando il governo a garantire indagini trasparenti. L’operazione di Rio evidenzia ancora una volta la frattura sociale e istituzionale che attraversa il Brasile. Da un lato, una parte della popolazione applaude l’azione dello Stato contro i narcos; dall’altro, cresce la preoccupazione per la militarizzazione dei quartieri popolari e per le condizioni di vita dei civili.
Molti abitanti delle favelas denunciano di essere rimasti per ore intrappolati nelle proprie case, senza acqua né corrente, mentre le pallottole fischiavano tra i vicoli.