Usa-Venezuela, alta tensione: Trump rilancia, Machado sfida Maduro

Caracas libera il cittadino francese Camilo Castro, arrestato a giugno

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Escalation tra Washington e Caracas: la linea dura di Trump, la sfida di Machado

Una dichiarazione rilasciata da Donald Trump in un incontro con la stampa a New York, nel quale l’ex presidente statunitense afferma di avere «idee chiare» sulle prossime mosse contro il Venezuela, arriva mentre nel mar dei Caraibi prosegue la presenza della portaerei USS Gerald R. Ford, schierata a sud di Porto Rico da oltre una settimana, una mossa letta come pressione diretta sull’esecutivo di Caracas. La Casa Bianca lascia filtrare indiscrezioni su una valutazione di possibili interventi mirati contro infrastrutture legate al potere politico e militare venezuelano. I vertici del Comando Sud osservano da giorni i movimenti lungo la costa tra La Guaira e Puerto Cabello, considerati punti strategici per eventuali operazioni di interdizione. La tensione, già in crescita, tocca così un nuovo livello, con Washington pronta a sfruttare una finestra diplomatica sempre più stretta.

Machado rilancia e chiama all’azione gli ufficiali

Nel pomeriggio, da Caracas, l’opposizione capitanata da María Corina Machado diffonde un messaggio diretto agli ufficiali delle forze armate venezuelane. Machado li invita apertamente a non obbedire a quelli che definisce «ordini infami» del regime e a «schierarsi con il popolo in un momento decisivo per la sopravvivenza della democrazia». Il suo appello — diffuso da un centro operativo nei pressi di Altamira, zona orientale della capitale — si inserisce in un contesto in cui la lealtà dell’apparato militare resta l’architrave del potere di Maduro. Gli osservatori locali sottolineano che eventuali crepe nella Guardia Nazionale Bolivariana, soprattutto nelle caserme tra Maracay e Valencia, potrebbero alterare rapidamente l’equilibrio politico interno. Il governo risponde con fermezza: il ministro della Difesa, dall’Accademia Militare di Fuerte Tiuna, ribadisce «unità assoluta» e avverte che qualsiasi appello alla disobbedienza sarà trattato come «atto sovversivo contro la patria».

Maduro libera Camilo Castro, il francese di origini trentine

A sorpresa, in serata Nicolás Maduro annuncia la liberazione di Camilo Castro, cittadino francese di 41 anni con origini trentine, detenuto dal giugno scorso nel carcere di El Rodeo I, alle porte di Guatire. Castro, arrestato dopo una manifestazione nel centro di Caracas, era diventato oggetto di pressioni diplomatiche da parte di Parigi, che negli ultimi giorni aveva intensificato i contatti con i vertici venezuelani attraverso l’ambasciata situata nel quartiere di La Castellana. Il rilascio avviene dopo un breve trasferimento presso la sede del Sebin, dove Castro firma gli ultimi documenti per la concessione della libertà vigilata. Nella capitale francese, l’Eliseo accoglie la notizia con sollievo e parla di «gesto positivo» che tuttavia «non modifica la grave preoccupazione per la situazione dei diritti umani nel Paese». La scelta di Maduro arriva in un momento delicato: per alcuni analisti è un tentativo di alleggerire la pressione europea, mentre Washington interpreta la mossa come un segnale tattico privo di sostanza politica.

Una crisi che accelera e ridisegna gli equilibri

La combinazione degli eventi — la linea dura annunciata da Trump, la pressione interna dell’opposizione e la liberazione di Castro — delinea un quadro in rapida evoluzione. Nelle prossime settimane l’attenzione internazionale resterà alta soprattutto nelle aree sensibili tra l’aeroporto di Maiquetía e il porto di La Guaira, dove eventuali movimenti militari potrebbero rappresentare l’indizio di un cambio di fase.

Sul piano geopolitico, il rischio principale riguarda un’escalation non pianificata: una manovra navale mal interpretata o un episodio di tensione interna potrebbe innescare risposte immediate. Per l’Europa — e per l’Italia, che intrattiene rapporti economici nel settore energetico — lo scenario venezuelano torna a pesare come variabile di instabilità su rotte commerciali e flussi migratori provenienti dal Nord del Sudamerica. La mappa della crisi si aggiorna ora con un nuovo elemento: la liberazione di Castro, simbolo di una diplomazia che cerca spiragli mentre i protagonisti, a Washington e Caracas, preparano i prossimi passi di una partita sempre più complessa.