Napoli Est tra prostituzione e degrado

Dietro i grattacieli del Centro Direzionale c’è una Napoli che nessuno vuole raccontare

Napoli.  

Dietro i grattacieli del Centro Direzionale, a pochi passi dalla Stazione Centrale di Piazza Garibaldi, c’è una Napoli che tutti hanno sotto gli occhi ma che nessuno vuole raccontare. 

In quello che era lo storico cuore industriale della città ormai di produttivo è rimasto ben poco. Le fabbriche hanno lasciato spazio alla spazzatura che si accumula ai bordi delle strade, al degrado e all’abbandono. In un quartiere che sembra essere stato riservato a tutti quelli che vivono ai margini della società, si può scoprire una Napoli che non si nasconde affatto ma che tutti hanno scelto di non vedere

In pieno giorno ad ogni angolo si trova una sedia vuota. A prima vista quelle sedie potrebbero sembrare parte di un panorama di rifiuti ammassati a casaccio ma in realtà il loro posizionato ha una logica ben precisa.
Ogni sedia vuota indica, infatti, la presenza di prostitute che, anche in pieno giorno, qui sono parte di un paesaggio urbano crudo e devastato. La prostituzione a Napoli Est è rimasto l’ultimo segno di un’economia di mercato. In quelle zone industriali dismesse e mai riconsegnate a nuove funzioni, le prostitute rappresentano l’unica presenza produttiva di reddito.  
L’età e la nazionalità delle donne che si prostituiscono in questa zona varia in base agli orari e ai giorni. Ci sono le ragazzine portate qui attraverso i traffici illeciti di organizzazioni criminali internazionali, divise per provenienza geografica. Se ad un angolo la maggior parte delle giovanissime donne costrette a vendere il proprio corpo, provengono dall’Europa dell’Est, all’angolo successivo ci sono delle ragazzine forse ancora più piccole che invece vengono dall’Africa. In piena notte si aggirano donne di ogni età e di ogni nazionalità, in un susseguirsi di fuochi e di fumi che richiamano un vero e proprio inferno post industriale. 
Le strade tra le fabbriche si allungano e quando le sedie vuote scompaiono aumentano i rifiuti e tra le montagne di spazzatura si aggirano persone in carne ed ossa che frugano tra l’immondizia in cerca di qualcosa da rivendere. 

Questa parte di Napoli Est raccoglie tutte le marginalità umane. Qui povertà ed esclusione sociale si manifestano nella loro forma più cruenta nell’indifferenza generale. Questa Napoli non rientra nel pacchetto da vendere della città bella e turistica, quella dei teatri, dell’arte e del golfo, e non rientra neanche nel cliché cinematografico criminale che ha fatto la fortuna di altri quartieri.
Questa Napoli resta dimenticata, lontana dai clamori e dai dibattiti politici. Nella città che il sindaco de Magistris narra da anni e che oggi proclama desalvinizzata, questa Napoli non c’è. Nella città del rinascimento bassoliniano, questa Napoli non c’era. Nella città del riscatto, dell’accoglienza e dei video pieni di buone intenzioni, questa Napoli non entra e non entrerà mai.
Qui ci sono i poveri che non fanno notizia, ci sono i vizi che non devono mostrarsi, c’è la polvere che è stata messa sotto il tappeto e che nessuno vuole andare a levare.