Madonna dell'Arco: 400mila per i Fujenti. "Santuario blindato"

Controlli e zone blindate. Il Rettore: più decoro per la festa, ecco le regole

Sarà un lunedì in Albis di trazione e preghiera. Si cammina per 24 ore. E’ la grande sfilata dei battenti, in onore della Madonna dell’Arco. Alle 3 di questa notte le prime squadre di battenti hanno varcato le porte del Santuario . Ad attenderli la comunità Domenicana e dal rettore padre Alessio Romano. Le squadre continueranno a sfilare per le prossime ore, fino a notte fonda, attendendo il loro turno per poi varcare la navata centrale del Santuario l’affresco della Madonna dell’Arco. Una lunga preghiera nel segno della tradizione e unicità, che ha attraversato i secoli con immutata suggestione. Le cifre sono da capogiro. Una manifestazione che negli ultimi anni ha visto la città invasa sa oltre 400mia persone, per il corale omaggio alla Vergine. E i protagonisti sono loro, i battenti, nella uniforme tradizionale che risale al 1500, che sfilano vestiti di bianco, con una fascia rossa intorno alla vita ed una azzurra a tracolla sulle spalle, animano il lunedì in Albis con canti, preghiere, manifestazioni di devozione popolare.

I vattienti (battenti) e i "fujenti", sono figure particolarmente note nel Napoletano e rappresentano i devoti della SS Maria dell'Arco. Questi fanno parte di un'associazione cattolica e ogni anno nel giorno del Lunedì in Albis, si recano a piedi scalzi e con grande devozione al Santuario della Madonna dell'Arco o per devozione o in segno di gratitudine per una grazia ricevuta. Ogni Associazione rende omaggio alla Vergine con un saluto, ossia con una pratica che consiste in una funzione religiosa in onore della Madonna con l'uso di bandiere e stendardi accompagnata da una banda musicale.

Il Santuario della Madonna dell’Arco è blindata già da ieri sera, con la sicurezza dell’area che è stata resa pedonale per consentire la sfilata. Sforzo straordinario delle forze dell’ordine in campo, cin i volontari di Protezione Civile e Croce Rossa. Ci sono varchi di controllo per garantire la sicurezza di un evento che ogni anno si rinnova. Varcare la porta del santuario per pregare e ritrovare la pace della fede. Un rito di palingenesi autentico e sentito.

Alle 3 e un quarto si è aperto il portone lasciando entrare i fedeli che hanno rinnovato il voto alla Madonna.

Massiccia anche la presenza di forze dell’ordine all’esterno dell’edificio che hanno assicurato l’ordine pubblico e l’afflusso delle migliaia di fedeli che sono partiti da Napoli e da tutta la provincia per rendere omaggio alla Madonna.

Anche quest’anno, inoltre, è vietato introdurre toselli, statue e scattare foto all’interno della chiesa.

 

Il pellegrinaggio va avanti dal 1450 e ha carattere votivo e penitenziale. In molti arrivano ancora scalzi, trascinandosi in ginocchio fino all’altare. «Qui si viene per chiedere perdono, per esprimere la propria devozione, ci si fa pellegrini per chiedere a Maria di esaudire le nostre preghiere o per ringraziarla di averle ascoltate – dice padre Alessio Romano – . I pellegrini sono l’anima dell’evento».  Il Rettore ha chiesto rispetto e semplicità, nel segno di un decoro condiviso.

Con una lettera, il priore ha poi elencato ogni divieto che tutti avranno l’obbligo di rispettare: «Toselli, statue, bande musicali e fuochi d’artificio devono restare lontani dal Santuario ed è ovvio che alterarsi, inveire contro i responsabili del servizio d’ordine o peggio, bestemmiare, non rientra nello spirito del pellegrinaggio». Assolutamente vietato è anche, senza autorizzazione, scattare foto o fare riprese in chiesa o sostare in Santuario più del dovuto».Ma come ogni anno in città sono tornati le bancherelle che, tolte quelle autorizzate dal Comune e che sono sempre fin troppe – espongono merce di ogni tipo. La cittadella mariana è stata invasa da vendita incontrollata di merce di ogni tipo. 

La storia: Il Santuario della Madonna dell’Arco è uno dei tre luoghi di culto Mariano più frequentato della regione Campania, con la Madonna di Montevergine e La Madonna di Pompei. 

Nell’hinterland nord di Napoli, si venera la notissima icona della Madonna ritratta con il Bambino Gesù che dopo essere stata colpita al volto cominciò a sanguinare.

A Sant'Anastasia, dove sorge il santuario a lei dedicato il culto alla Madonna dell'Arco risale alla metà del XV secolo, quando in un lunedì di Pasqua del 1450 alcuni giovani stavano a palla-maglio, il gioco consisteva nel colpire una palla di legno con un maglio, e vinceva colui che faceva andare più lontano la propria palla. Uno di questi sbagliando il tiro perse la partita facendo finire la palla contro un tiglio che copriva il muro affrescato dall'immagine di una Madonna ritratta con il Bambino Gesù. Il perdente raccolse la palla e bestemmiando la scagliò contro l'icona della Madonna che prese a sanguinare. La notizia del miracolo si diffuse velocemente in paese, giungendo all'orecchio del conte di Sarno, un nobile del luogo che ebbe il compito di giustiziare il reo, che fu condannato all’impiccagione su quello stesso tiglio che copriva l'icona della Vergine. Due ore dopo la morte del giovane l'albero si seccò sotto lo sguardo incredulo del popolo che in preda all'ira aveva voluto che il giovane fosse punito.

Il pellegrinaggio dai vicoli di Napoli e dall’entroterra vesuviano al Santuario ripete un rituale di gesti e di comportamenti che gli antropologi assicurano essere del tutto simile a quello di cinque secoli fa. E’ un evento unico per ampiezza, fede, drammaticità e folklore, la cui tradizione è trasmessa di padre in figlio.

La preparazione dei « fujenti » incomincia qualche settimana prima del lunedì in Albis. Gli allenamenti sono intensi. Ci sono tante cose da provare e riprovare. Innanzi tutto la « caduta » e poi l’abito, la questua ogni domenica mattina, con i canti e la Madonna sul baldacchino portato in giro per la città. La « caduta » in chiesa ai piedi della Madonna che richiama cineoperatori e fotografi da tutto il mondo, avviene in un clima di eccitazione parossistica e, in moltissimi casi, esplode con manifestazioni sconcertanti di epilessia e di morte apparente.

Questa « caduta » è il momento cruciale della giornata del « fujente », quando il capo paranza impartisce l’ordine con il fischietto, il fedele si lancia faccia a terra e vi rimane, rigido ed immobile, fino a quando non riceve l’ordine di rialzarsi. Non è raro vedere qualche battente che dopo la caduta striscia la lingua per terra in segno di ringraziamento.