Caso Ioia: i Radicali difendono la scelta di de Magistris

La nomina a Garante dei detenuti e le polemiche in atto

Caso Pietro Ioia: i Radicali difendono la scelta di de Magistris di nominarlo Garante dei detenuti...

La nomina di Pietro Ioia a Garante dei detenuti della città di Napoli ha scatenato una pioggia di polemiche e di attacchi contro lo stesso Ioia e contro il sindaco Luigi de Magistris, “reo” di aver affidato tale incarico a un ex narcotrafficante che ha trascorso 22 anni dietro le sbarre.

Poco importa a diversi consiglieri comunali di opposizione a ai sindacati di Polizia Penitenziaria che Ioia sia nel tempo cambiato, diventando a tempo pieno attivista per i diritti dei detenuti e in generale al fianco dei cosiddetti ultimi. Oltre che scrittore ed attore, autore del libro “La cella zero”, diventato spettacolo teatrale in cui si raccontano le violenze che i detenuti subivano nel carcere di Poggioreale.

Vicenda da cui è scaturito anche un processo. I Radicali per il Mezzogiorno Europeo, promotori dell’iniziativa volta a ottenere l’istituzione del Garante cittadino dei detenuti e in seguito sponsor di Ioia per tale incarico, hanno preso ancora una volta posizione per difendere la scelta operata dal sindaco. In particolare, si è pronunciato l’avvocato Raffaele Minieri, della direzione nazionale di Radicali Italiani, leader dei Radicali per il Mezzogiorno Europeo e ideatore della proposta di istituzione del Garante cittadino dei detenuti a Napoli.

Queste le sue parole: “Le critiche alla nomina di Pietro Ioia sono espressione di un’idea dominante in questo paese: la pena non deve mai finire. Non basta aver saldato il proprio debito con la Giustizia. Si vuole distruggere ogni speranza e possibilità di reinserimento. Non basta aver reciso ogni rapporto col crimine decenni fa. Non basta aver dimostrato concretamente e quotidianamente il proprio impegno in difesa degli ultimi e dei loro diritti. Non basta nemmeno aver rivisto criticamente il proprio passato. Lo stigma sociale deve restare per sempre. Chi critica non solo sta negando i valori fondanti della nostra Costituzione ma sta riconoscendo inconsapevolmente l’inutilità del carcere visto che non ci sarebbe alcuna possibilità di recupero. Il problema vero è che Pietro Ioia non ha accettato il ruolo di escluso e soprattutto non ha avuto timore nel chiedere allo Stato di rispettare le proprie leggi, denunciando chi mette in gioco la credibilità delle istituzioni. Definirlo sindacalista degli abusivi è la prova del disprezzo di classe verso chi ha dato voce alle sofferenze dei malati tumorali in carcere, dei malati di epatite abbandonati dalle famiglie, dei familiari dei detenuti che, anziani, sono costretti a lunghe file al freddo o al caldo, dei detenuti stranieri senza familiari. Basterebbe aprire i giornali degli ultimi anni per capire di chi stiamo parlando. Basterebbe vedere il suo impegno per dire ai giovani dei quartieri difficili di non seguire la sua strada. Va ricordato che dare un contributo alla società è un diritto riconosciuto dalla nostra Costituzione a tutti.

Non si capisce perché debba essere negato proprio a Pietro Ioia. Si può sbagliare e tornare per dare il proprio contributo, si può non sbagliare mai e restare a guardare le sofferenze e le ingiustizie. È una scelta e noi scegliamo la Costituzione”. La nota è a firma di Fabrizio Ferrante.