Dieci anni senza Genny, ucciso dalla camorra. Il riscatto in un campo di calcio

Il 17 enne fu ucciso per errore durante una stesa. Un torneo per ricordarlo

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Napoli.  

NAPOLI – Il Rione Sanità si stringe attorno alla memoria di Genny Cesarano, a dieci anni esatti dall’omicidio che il 6 settembre 2015 lo strappò alla vita a soli 17 anni, vittima innocente di un agguato di camorra. Per onorare il giovane e trasformare il dolore in un’azione concreta di riscatto, la famiglia, insieme a Fondazione Pol.i.s., Libera, il Coordinamento campano delle vittime innocenti e le istituzioni locali, ha organizzato una giornata di eventi nel cuore del quartiere, puntando sullo sport come potente antidoto alla violenza.

Il cuore delle commemorazioni sul Campo ‘San Gennaro dei Poveri’, dove si è svolto un torneo di calcio triangolare con le squadre Spaccanapoli, Internapoli e una formazione dedicata a Genny, che da giovane calciatore giocava come esterno destro. Proprio quel campo è diventato il simbolo della rinascita.

Antonio, il padre di Genny, ha spiegato il progetto nato per sottrarre i giovani alla strada: «È stato stipulato un protocollo d’intesa con privati e associazioni affinché questo diventi un polo sportivo. Dobbiamo liberarci da questa violenza e far ragionare i nostri giovani, che vediamo tristi e annoiati, attratti da quei maledetti telefonini. Qui potrebbero divertirsi e riprendere la propria vita».

Le istituzioni hanno ribadito il loro sostegno. Mario Morcone, assessore regionale alla Legalità, ha definito quella di Genny «una vicenda che avvelena la vita civile», sottolineando come «il rilancio della comunità passi dai ragazzi e dallo sport, una strada di riscatto che la Regione supporta con forza». Presente anche Antonio Di Marco, presidente vicario della Corte d’Appello di Napoli, che ha portato il sostegno della magistratura: «Non basta assicurare i colpevoli alla giustizia, bisogna accompagnare le parti offese, spesso dimenticate. Come cittadino, ringrazio il padre di Genny per aver trasformato il dolore in un impegno positivo per tutta la città».

L’assessore alla Legalità del Comune di Napoli, Antonio De Iesu, ha infine messo in guardia dalle nuove sfide: «I giovani vivono in una bolla digitale, propensi a trasgredire. Lo sport è il vettore principale per orientarli verso la legalità: qui si sacrificano, sudano, imparano il rispetto e la sana competizione. È fondamentale, insieme alla scuola e alla famiglia, per allontanarli dalle suggestioni criminali».

La giornata in memoria di Genny è proseguita con una mostra d’arte al Complesso dei Vincenziani e si è conclusa con una celebrazione nella Basilica di Santa Maria della Sanità, un segno che la sua memoria non è un semplice ricordo, ma un seme di cambiamento che continua a crescere nel quartiere.