Napoli resta nelle retrovie d’Italia per sostenibilità ambientale. Nel nuovo rapporto Ecosistema Urbano 2024 di Legambiente, realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, la città partenopea si colloca al 103° posto su 106 capoluoghi, confermando un trend negativo che coinvolge gran parte del Mezzogiorno.
Il dato è emblematico di un quadro complessivo preoccupante: la media nazionale del punteggio dei capoluoghi cala al 54,24%, in flessione del 3,8% rispetto a due anni fa (quando si attestava al 56,41%). Segno che, complessivamente, le città italiane stanno perdendo terreno su diversi fronti — dalla qualità dell’aria alla mobilità sostenibile, dal consumo di suolo alla gestione dei rifiuti.
Se al Nord si distinguono realtà come Trento (79,78%) e Mantova (78,74%), che dominano la classifica superando la soglia dei 75 punti, il Sud continua a mostrare gravi ritardi strutturali. A parte Cosenza, che si ferma al 16° posto pur perdendo tre posizioni rispetto all’anno scorso, nessun’altra città meridionale entra nella top 20.
All’estremo opposto della classifica, insieme a Napoli, compaiono Caltanissetta (97ª), Caserta (98ª), Catania (100ª), Palermo (101ª), Catanzaro (102ª), Crotone (104ª), Vibo Valentia (105ª) e Reggio Calabria (106ª). Tutte queste città non raggiungono nemmeno il 35% del punteggio massimo previsto, con Crotone, Vibo Valentia e Reggio Calabria addirittura sotto i 25 punti su 100.
Per Napoli, i nodi restano sempre gli stessi: mobilità congestionata, scarsa diffusione di piste ciclabili e Ztl limitate, oltre a una gestione dei rifiuti ancora distante dagli standard delle città più virtuose.
Il rapporto segnala, infatti, un calo medio della superficie urbana destinata alle infrastrutture ciclabili, oggi pari a 10,39 metri equivalenti ogni 100 abitanti, così come una riduzione dell’estensione delle isole pedonali (48,6 mq) e delle zone a traffico limitato (368,3 mq ogni 100 abitanti).
A peggiorare la situazione, il consumo di suolo in crescita: secondo i dati Ispra, nei capoluoghi italiani tra il 2018 e il 2023 sono stati impermeabilizzati circa 4.500 ettari di terreno, nonostante una perdita di 346.000 residenti. Ciò significa che ogni abitante, oggi, “occupa” in media 6,3 metri quadrati di suolo in più rispetto a cinque anni fa, con effetti diretti sulla vivibilità e sulla capacità delle città di adattarsi ai cambiamenti climatici.
Il rapporto di Legambiente fotografa insomma un Paese spaccato in due, dove alcune città del Nord consolidano buone pratiche ambientali mentre gran parte del Sud, Napoli in testa, resta indietro su mobilità, qualità dell’aria e pianificazione urbana. Una distanza che non è solo statistica, ma che si traduce ogni giorno in differenze tangibili nella qualità della vita dei cittadini.
