Non si è fatta attendere la risposta di Souzan Fatayer a Paolo Mieli, dopo le parole pronunciate dal giornalista durante la trasmissione 24 Mattino su Radio 24, lo scorso 20 ottobre.
Mieli aveva definito la candidata palestinese “la palestinese napulitana in leggerissimo sovrappeso”, collegando poi la sua forma fisica alla situazione di fame che colpisce i palestinesi di Gaza. Un commento che ha immediatamente scatenato reazioni e polemiche.
Souzan Fatayer, candidata alle Regionali della Campania con la lista Alleanza Verdi e Sinistra a sostegno di Roberto Fico, ha replicato con ironia e fermezza, rilasciando un'intervista al giornale Fanpage.
“Io sovrappeso? Si vede che mangio troppo soffritto. Sono palestinese, ma vivo a Napoli e a Napoli non si muore di fame come a Gaza.”
Con queste parole, la mediatrice palestinese ha voluto sottolineare l’inadeguatezza del paragone proposto da Mieli, ribadendo la gravità della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza.
La nuova polemica sul post e l’intervento di Enrico Mentana
La vicenda si è ulteriormente infiammata il 21 ottobre, quando Fatayer ha condiviso sui social un video in cui Dror Eydar, ex ambasciatore di Israele in Italia, parlava della guerra a Gaza durante la trasmissione Stasera Italia su Rete 4.
Sotto il video compariva la descrizione: “Le parole di questo ebreo fanno rimpiangere l’incompleta missione di Hitler.”
Un testo che, secondo Fatayer, non aveva notato prima della pubblicazione. Il post è stato subito rimosso, ma ha provocato forti reazioni, in particolare quella di Enrico Mentana, che ha chiesto la sua esclusione dalla lista dei candidati di AVS.
Souzan Fatayer ha chiarito la sua posizione:
“Non condividerei mai parole di odio. È chiaro che non mi ero accorta di quella descrizione. La mia intenzione era solo mostrare il video. Non accetto il nazismo, il fascismo e ogni uccisione, sia di israeliani che di palestinesi.”
Le accuse di discriminazione e il tema dell’identità
Nel giro di meno di 48 ore, Souzan Fatayer è diventata oggetto di attenzione mediatica da parte di due tra i più noti giornalisti italiani, Paolo Mieli ed Enrico Mentana.
La candidata ha poi dichiarato:
“Dedicheranno le stesse attenzioni anche agli altri candidati che non sono palestinesi? L’odio che ho ricevuto non è per la mia candidatura, ma per la mia origine. È questo che mi ha ferita di più.”
La vicenda ha riacceso il dibattito sul ruolo dei media e sulla percezione pubblica dei candidati di origine straniera, soprattutto in un momento di forte tensione internazionale.
