Sono trascorsi 36 anni dalla strage del Bar Sayonara di Ponticelli, ma la memoria delle quattro vittime innocenti di camorra resta viva nel cuore del quartiere napoletano. L’11 novembre 1989, nel pieno di una sanguinosa faida tra clan, un commando armato fece irruzione nel bar “Sayonara”, sparando all’impazzata e uccidendo Gaetano De Cicco, Domenico Guarracino, Salvatore Benaglia e Gaetano Di Nocera, tutti estranei a qualunque dinamica criminale.
Tra i feriti, anche una bambina, simbolo dell’innocenza violata da una violenza senza senso. Quella notte, il nome del locale – “Sayonara”, parola giapponese che significa addio – divenne un tragico presagio.
Un regolamento di conti tra clan che spezzò vite innocenti
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, la strage del Bar Sayonara fu un episodio della feroce guerra tra i clan Sarno e Aprea, che negli anni Ottanta insanguinò Ponticelli e l’intera area orientale di Napoli. I killer volevano colpire due rivali presenti nel locale, ma i colpi raggiunsero anche chi non aveva alcuna colpa, se non quella di trovarsi lì per caso.
Quelle quattro vite spezzate rappresentano ancora oggi il simbolo di una comunità ferita, ma mai rassegnata.
La marcia della memoria: “Ponticelli vuole un quartiere sicuro, libero e bello”
Oggi, Ponticelli è tornata in piazza per una marcia della memoria, promossa dalla Fondazione Polis della Regione Campania, dal Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti della criminalità e dal presidio di Libera Ponticelli “Vittime Innocenti dell’11 Novembre 1989”, insieme a numerose associazioni locali come ArciMovie, SVT, TerradiConfine APS, Casa del Popolo e ReMida Napoli.
La partenza è avvenuta alle 9:30, all’incrocio tra via Argine e viale Margherita, con la partecipazione di cittadini, studenti e associazioni. Tutti uniti da un messaggio chiaro:
“Ponticelli chiede pace dalla criminalità dilagante e giustizia per tutte le vittime innocenti di camorra, per costruire un quartiere sicuro, libero e bello dove vivere.”
Ricordare per costruire il futuro
La marcia per la strage del Bar Sayonara non è solo un momento di memoria, ma anche un gesto di resistenza civile. In un territorio ancora segnato da episodi di violenza, l’iniziativa vuole riaffermare il diritto alla legalità e alla bellezza, ricordando che la giustizia non è solo un atto giudiziario, ma anche un impegno quotidiano.
Ogni passo della marcia è un invito a non dimenticare, a costruire una Ponticelli nuova, in cui il ricordo delle vittime diventi seme di rinascita.
