Battaglia: "La povertà si combatte anche con le relazioni"

"Napoli conosce la speranza: nelle strade, nei mercati, nei quartieri popolari, in chi condivide"

battaglia la poverta si combatte anche con le relazioni
Napoli.  

 "Non c'è fede senza amore, e non c'è amore senza prossimità. Vorrei allora che questa Giornata dei Poveri fosse per tutta la nostra Chiesa napoletana un esame di coscienza. Non basta dare: bisogna condividere. Non basta soccorrere: bisogna ascoltare. Non basta commuoversi: bisogna muoversi. La povertà non si combatte solo con le iniziative, ma con le relazioni. E non si guarisce solo distribuendo beni, ma restituendo dignità. Le nostre mense, le nostre case famiglia, le comunità educative, le realtà di accoglienza che fioriscono nei quartieri della città sono segni concreti di questa speranza. Ma ogni segno ha bisogno di un cuore che lo abiti, di una fede che lo sostenga, di una comunità che lo riconosca come parte essenziale della propria missione. Non c'è Chiesa senza i poveri".

Lo scrive l'arcivescovo di Napoli, il cardinale Mimmo Battaglia, nella lettera scritta in occasione della IX Giornata dei poveri che sarà celebrata domenica prossima. "Oggi è importante per me ricordare a tutti noi che il povero non è solo colui che manca del necessario, ma colui che vive l'esperienza del limite, della precarietà, della dipendenza da altri. E in questo senso siamo tutti poveri. Tutti, prima o poi, scopriamo di non bastarci. Tutti abbiamo bisogno di qualcuno che ci prenda per mano. Ed è da questa consapevolezza che possono nascere miracoli inattesi: perché il bisogno può diventare incontro, e la mancanza si può trasformare in comunione", aggiunge l'arcivescovo.

"I poveri sono i veri maestri di questa speranza. Loro, più di chiunque altro, ci insegnano che la vita non è mai solo ciò che possediamo. Che la dignità non si misura con la ricchezza, ma con la capacità di amare. Che la forza non consiste nel dominare, ma nel continuare a credere in nuove possibilità di vita anche quando ci si sente avvolti da ferite dolorose. Chi vive ogni giorno nella precarietà e tuttavia non perde il sorriso, chi continua a fidarsi della vita anche quando ha poco, chi prega senza nulla chiedere per sé: ecco i veri testimoni del Vangelo. Napoli conosce questa speranza. La vede ogni mattina nelle strade, nei mercati, nei quartieri popolari, nelle famiglie che condividono il poco che hanno, nei volontari che non fanno rumore, nei medici di strada, nei preti che aprono le porte agli ultimi, nei giovani che portano un pasto caldo e un sorriso nei dormitori all'addiaccio in un vicolo come in una stazione. Questa è la politica della speranza: la politica del Vangelo, che non si fonda sul calcolo, ma sulla fiducia; che non promette miracoli, ma costruisce fraternità", osserva ancora Battaglia.