Spacca la mascella alla moglie incinta: arrestato

Il dramma a Gragnano: il feto è salvo

Gragnano.  

 

di Simonetta Ieppariello

Ancora il racconto di una storia di violenza sulle donne. Ancora un caso di botte, offese, urla disperate, spintoni che si consumano tra le mura domestica.

Gragnano, provincia di Napoli, periferia di una periferia dimenticata. Qui vivono Agostino.B., fabbro precario di 38 anni e la moglie 37enne. La coppia è sposata da 14 anni e ha altri due figli: una bimba di 13 e un maschietto di 6.

Venerdì sera l'ennesimo litigio di una vita di coppia complicata. Le urla, le grida, i pianti poi le botte. Feroci. A. B. colpisce la moglie più volte, e non si ferma davanti al fatto che la donna porta in grembo il loro terzo bimbo. Le rompe la mascella e le procura altre lesioni al volto. Il tutto davanti ai due bambini minorenni che guardano impotenti il papà massacrare di pugni la loro madre fino a farla svenire.

Stavolta la violenza è stata tale che lui le ha spaccato la mascella a  pugni, era impossibile non sentire quelle urla in quella periferia dimenticata. I due piccini avrebbero visto tutto, ora sono stati affidati ai nonni.

Lui è stato arrestato e portato in carcere per maltrattamenti e lesioni personali gravi nei confronti della moglie incinta, al quarto mese di gravidanza. Per fortuna Caterina è riuscita a salvare il feto e ora, ricoverata nel reparto di Chirurgia maxillo-facciale del Cardarelli. Sarà tenuta sotto strettissimo controllo. La lite sarebbe scattata per futili motivi.

Dopo averla colpita l’uomo ha chiamato il 118: «Mia moglie è caduta dalle scale». L’ha quasi sfigurata con quei colpi. La donna non era affatto caduta. Una ricostruzione avvenuta in poco tempo. Ma era stato il marito a ridurla in quello stato. «Non si fermava mai» avrebbe raccontato Caterina ai sanitari.

Caterina è arrivata al pronto soccorso del San Leonardo di Castellammare ed è stata medicata e sottoposta a controlli.

I militari sono poi piombati nella palazzine popolari gragnanesi, in località Sigliano, per arrestare l’uomo. In un primo momento avrebbe detto che la donna era caduta dalle scale, poi ha confessato. Ammanettato, portato in caserma, su disposizione della Procura di Torre Annunziata è stato subito accompagnato nel carcere di Poggioreale. Ora si attende l’interrogatorio di convalida dell’arresto.

Caterina intanto ha subito un primo intervento. Ma ne serviranno altri.

Intanto, ieri sera è stato confermato l'arresto del 45enne che avrebbe picchiato la compagna a Procida. Anche questa donna, 37 anni, era incinta, di 2 mesi, ma purtroppo ha perso il bambino. L'uomo resta in carcere con le accuse di maltrattamenti in famiglia e di aver causato l'interruzione di gravidanza. Lui avrebbe dichiarato di non averla picchiata. Insomma due versioni differenti  e l’autopsia sul feto che chiarirà le cause dell’interruzione della gravidanza.