Medjugorie, i clan napoletani dietro il business

Parla l'inviato del Papa in un'omelia

 

di Simonetta Ieppariello

Medjugorje nel mirino anche delle mafie napoletane in cerca di profitti. Una miniera d’oro la programmazione di pellegrinaggi, l’arrivo nella meta del turismo religioso. É quanto avrebbe asserito, in un’omelia incentrata sul tema della lotta tra il bene e il male, l’inviato di Papa Francesco a Medjugorje, l’arcivescovo polacco Henrik Hoser. Secondo quanto riportato nel blog del giornalista David Murgia, che a sua volta ha ripreso il resoconto del settimanale cattolico Niedziela e della Radio EM, il presule avrebbe detto: ”Un altro posto dove c’è una lotta sempre più agguerrita tra il bene e il male è Medjugorie. Da un lato, incontriamo migliaia di giovani che usano il sacramento della penitenza e della riconciliazione. D’altra parte, bisogna essere consapevoli che a causa del massiccio afflusso di pellegrini, questo posto è penetrato dalle mafie, tra cui quelle del Napoletano, che conta sui profitti”. Le parole di Hoser hanno indignato gruppi di fedeli napoletani per essere stati tirati in ballo. Insomma secondo i fedeli partenopei quanto asserito sarebbe viziato  da un pregiudizio che li vedrebbe in una corsa al business attraverso le “mafie”. Ma quanto accaduto e detto dal presule è arrivato come un fulmine preannunciato da innumerevoli tuoni. «Qui il bene e il male sono in lotta perenne, le mafie napoletane fanno affari a Medjugorie». Quanto detto durante la messa all’aeroporto di Varsavia, introduce il suo arrivo nella cittadella in odore di santità, dove si stabilirà temporaneamente per le indagini sul fenomeno delle apparizioni mariane. 

Insomma, si tratterebbe di una vera e propria macchina da soldi. Oltre il cosiddetto circuito ufficiale ci sono anche le agenzie private che realizzerebbero viaggi pellegrinaggi al costo di 450 euro a persona. Ed è proprio in questo circuito parallelo che s’insinuerebbero i clan. Poi ci sono gli alberghi.Sarebbero tre i punti su cui i clan avrebbero messo le mani. In primis i viaggi verso l’Erzegovina. Sono infatti migliaia le persone che mensilmente si mettono in viaggio

E poi c’è tutto il circuito collegato alle guide abusive che operano a Medjugorie. 

Inoltre la strada che accompagna i fedeli accoglie duecento negozi che vendono proprio di tutto. Statuette, corone del Rosario, immagini sacre, bibite, panini, borracce con acqua. Ma soprattutto scarpe delle migliori firme e poi foulard, maglioni, jeans e profumi di ogni flagranza e marca. Tutto rigorosamente falso.

Lungo la via che porta alla scalata della collina delle apparizioni della madonna sembra di essere alla Duchesca, nel mercatino rionale del «pezzotto». La manifattura degli oggetti contraffatti esposti alla vendita è perfetta e l’unica differenza con i modelli originali sembra essere il prezzo: 30 euro per un paio di scarpe, da 20 ai 25 per jeans, maglioni e borse, 10 euro per un foulard.

L’altro grande affare che ruota attorno al terzo santuario Mariano più importante della Cristianità è la speculazione edilizia per la costruzione di piccoli alberghi da venti camere ognuno.