Sgominata la banda del buco. C'è un dipendente del comune

Le indagini, i video choc. Borrelli: Lavoratore Comunale da licenziare. Subito

 

di Simonetta Ieppariello

Mappe del sottosuolo, della rete fognaria, di quel dedalo di cunicoli e cavedi che corre sotto la città. Piani preparati a tavolino e 12 banditi in azione, ognuno con un proprio ruolo specifico. Sgominata la banda del buco dopo le indagini scattate dopo il colpo sventato nella gioielleria Bulgari di via Dei Mille.

E la banda si sarebbe avvalsa della 'consulenza' di un dipendente del servizio fognature del Comune di Napoli i componenti della 'banda del buco' sgominata oggi dai carabinieri che hanno arrestato 12 persone accusate di associazione a delinquere, detenzione e porto illegali di armi, rapina, furto aggravato e ricettazione, reati di cui i soggetti rispondono a vario titolo.“Va subito licenziato” tuona Francesco Emilio Borrelli.

"Dobbiamo liberare la pubblica amministrazione da questa gentaglia che macchia tutto il settore" spiega Borrelli. La banda, che secondo le indagini è stata aiutata anche da una guardia giurata, avrebbe tentato di mettere a segno sei 'colpi', tutti sventati dai militari, tra cui anche quello alla gioielleria "Bulgari" nella lussuosa via dei mille del capoluogo partenopeo, nel gennaio 2017.

I militari sono riusciti a individuare i componenti la banda del buco in occasione del colpo alla prestigiosa gioielleria Bulgari, il 16 luglio del 2016 e raccolto tutte le prove sventando, contestualmente le sei rapine. In particolare viene identificato il palo, A. R., detto "ò paesano", grazie alle immagini dei sistemi di video sorveglianza e l’altro capo G. C., detto "ò presidente" (ma anche "Bro" ) e P. I.,soprannominato "lo zio".

I carabinieri, in sostanza, sono riusciti a bloccare tutte le iniziative della banda perchè teneva costantemente sotto controllo tutti i suoi componenti.Del gruppo faceva parte anche una donna, C. M., incensurata, moglie A. R. che é stata messa agli arresti domiciliari. Insieme con il marito custodiva gli attrezzi per gli scavi e faceva anche da palo. Studiavano a tavolino le rapine, eseguivano sopralluoghi, 'mappavano’ le via di accesso e di fuga, infine, assistiti da 'pali' muniti di vicetrasmittenti, eseguivano gli scavi .

A questo punto non restava che eseguire la rapina  armati di pistola, con tute integrali e stivaloni di gomma.

Sequestrati, nel corso dell'attività, trapani, un martello pneumatico, lampade da minatore, divise di istituti di vigilanza privata e delle poste italiane. La guardia giurata, M. C., detto "ò paesaniello" oltre a fare da palo cercava di mettersi in servizio nel giorno e nell'ora in cui la banda aveva fissato il colpo. Il dipendente del Comune di Napoli, finito in carcere avrebbe consentito alla banda di accedere nel sistema fognario cittadino dall'impianto di riciclo acque che si trova a Mergellina. Attraversando il dedalo di cunicoli che si diramano sotto la città raggiungevano i loro obiettivi per effettuare i sopralluoghi, eseguire i lavori ed entrare, infine, in azione.