Soldi falsi: smantellata la banda. Stamperia nei garage

L'operazione tra Campania e Francia

San Giorgio a Cremano.  

 

di Siep

Un business di famiglia. Un'eredità trasmessa quella di riuscire a riprodurre soldi fasli. C'è una famiglia di San Giorgio a Cremano, storicamente coinvolta nella produzione di banconote false, alla base dell'inchiesta svolta congiuntamente da Italia e Francia, che ha portato all'arresto di 22 persone, nove delle quali fermate in Francia, a Marsiglia; gli altri indagati sono stati fermati in Italia, cinque in base ad un mandato d'arresto europeo emesso dal Giudice Istruttore del tribunale di Nancy, otto in seguito alle ordinanze di custodia cautelare firmate dal Gip di Santa Maria Capua Vetere.

Figura centrale quella del 59enne Enrico De Martino, già arrestato nel 2008 per gli euro falsi in Puglia, dove aveva "delocalizzato" la stamperia, ritenuto un vero e proprio "artista" della contraffazione, capace in una notte - hanno accertato i carabinieri di Capua - di stampare fino a 100mila euro falsi attraverso l'utilizzo delle tecnologie più all'avanguardia, come le stampanti digitali e vernici che costano fino a 10mila euro al chilo; la carta usata era commerciale, non filigranata, eppure la classe di contraffazione era 35a, ovvero per la Bce si trattava di banconote di ottima fattura. 

Avrebbero prodotto banconote quasi uguali a quelle originali, finite nel mirino della Bce, che ha avvertito un serio rischio di infiltrazione nel sistema bancario. Un’opera fatta ad arte, quindi, ma l’uso di una di quelle banconote, da parte di un narcos del Casertano, è costato caro perchè ha dato il via alle indagini.

Un’indagine internazionale che ha portato all’arresto di ben ventidue persone tra l’Italia e la Francia. Le autorità francesi hanno chiesto collaborazione ai magistrati italiani, nelle indagini che hanno visto partecipare i carabinieri di Capua, l’Interpole  l’Europol.Due euro per una banconota da 20; 7 euro per una da 50. Poi il prezzo saliva ad ogni passaggio di mano. Era questo il tariffario della "banda degli onesti”di Capua. Gli artisti del falso avevano avviato una stamperia clandestina di banconote false in alcuni cunicoli, insonorizzati, ricavati nei garage di alcune palazzine popolari a San Giorgio a Cremano. Da qui partivano i soldi falsi (sono stati sequestrati circa 100mila euro contraffatti) verso il Nord Italia e la Francia, in particolare Marsiglia e la Lorena, dove le banconote passavano ad intermediari di secondo livello, con relativo aumento di prezzo, fino a finire sul mercato.