Sfruttamento della prostituzione: maxi retata a Napoli

Smantellata un'organizzazione malavitosa, quattro le ordinanza firmate dal Gip

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Tutti i particolari dell'operazione

Sono quattro le persone colpite da una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del tribunale di Napoli, su richiesta della Procura, ed eseguita dalla Polizia. 

Due sono irreperibili, le ipotedi reato a vario titolo vanno dall'associazione per delinquere finalizzata a commettere reati di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione,  al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione, con le aggravanti di aver commesso il fatto ai danni di più persone e della transnazionalità del reato.

Le attività investigative, coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli - IV Sezione  “Fasce Deboli” - e condotte dalla squadra mobile sezione criminalità straniera e prostituzione sono state avviate a seguito del monitoraggio del fenomeno della prostituzione nell’area orientale di Napoli, consentendo di individuare i componenti di un sodalizio criminale strutturato con una netta suddivisione dei ruoli. 

Capi e promotori della organizzazione reclutavano in Romania le ragazze da far prostituire nelle zone adiacenti il Centro Direzionale di Napoli e provvedevano a gestire, controllare e sfruttare le stesse-  le donne rendevano loro conto dell’andamento dell’attività di meretricio, venendo pesantemente minacciate (anche di morte) quando non si rendevano immediatamente reperibili al telefono o non comunicavano i loro spostamenti –, facendosi consegnare i proventi dell’attività, in parte attraverso versamenti e vaglia diretti in Romania tramite sistema “Western Union” o “Money Gram”).

Un’altra donna, anch’ella allo stato irreperibile, promotrice dell’associazione, si occupava, d’intesa con i capi, di reperire alloggi per le meretrici, facendosi inoltre consegnare da queste ultime dei soldi per la “locazione” del “posto” ove le ragazze si prostituivano, intervenendo per sedare eventuali dissidi tra le meretrici. Inoltre, si faceva inviare in Romania, tramite il sistema “Western Union” o “Money Gram”, una parte dei proventi dell’attività di meretricio delle ragazze attraverso versamenti e vaglia diretti a parenti stretti della stessa.

La donna, oltre a prostituirsi, controllava e gestiva l’attività di meretricio delle ragazze appena arrivate dalla Romania per conto dei capi e promotori del sodalizio criminale, fornendo direttive sulle “tariffe” che dovevano richiedere per le prestazioni sessuali e in genere su come comportarsi nel corso dell’attività.

Altri due indagati svolgevano con quotidianità il ruolo di autisti e “factotum” delle prostitute, eseguendo le direttive che venivano fornite, prelevando con le loro autovetture le donne dal loro alloggio, portandole sui luoghi dove si prostituivano e riportandole a casa la sera.

Uno dei due riceveva, altresì,  sul proprio telefono cellulare foto dei documenti e  nominativi che dovevano essere utilizzati quali destinatari dei versamenti tramite sistema “Western Union” e simili dei proventi dell’attività di prostituzione.