Le immagini delle telecamere presenti tra le strade di Gragnano potrebbero aver catturato elementi importanti per identificare i killer che, venerdì pomeriggio, hanno ucciso il 35enne Alfonso Cesarano. Il giovane, già noto alle forze dell'ordine, è considerato dagli investigatori persona molto vicina al clan Di Martino. Dietro la sua morte, dunque, potrebbe nascondersi la guerra tra cosche per la gestione della droga. Cesarano, che era agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico per tentato omicidio ma era autorizzato ad uscire di casa per lavoro, è stato ucciso con cinque colpi di pistola, tutti andati a segno.
A sparare, dunque, potrebbe essere stata una mano esperta. Il 35enne era in sella ad uno scooter. Stava percorrendo via Cappella della Guardia, poco distante dalla sua casa, quando è stato raggiunto dai sicari che non gli hanno lasciato scampo. Due anni fa Cesarano era rimasto coinvolto in un altro agguato: la sua auto fu crivellata a colpi di kalashnikov ma lui riuscì a salvarsi miracolosamente, riportando lievi ferite alla gamba. I carabinieri, coordinati dalla DDA di Napoli. stanno rileggendo i vari episodi criminali accaduti sul territorio per provare a ricostruire dinamica e movente dell'omicidio.
